I- “Io ho un libretto” – confessa Sagredo nel Dialogo intorno ai due massimi sistemi del Mondo di Galileo Galilei – “assai più breve d’Aristotele e d’Ovidio, nel quale si contengono tutte le scienze, e con pochissimo studio altri se ne può formare una perfettissima idea: e questo è l’alfabeto; e non è dubbio che quello che saprà ben accoppiare e ordinare questa e quella vocale con quelle consonanti o con quell’altre, ne caverà le risposte verissime a tutti i dubbi e ne trarrà gli insegnamenti di tutte le scienze e di tutte le arti”. Un secolo dopo, lo scrittore irlandese Swift immaginò che le combinatorie macchine “alfabetiche”, azionate a manovella, dell’Accademia di Lagado potessero realizzare quest’utopia galileiana. Ma la sua era una parodia.
Per uno Spiritista, invece, il famoso libretto dell’Alfabeto, che contiene tutto l’Universo visibile e, in sovrappiù, anche l’Invisibile, può essere ristretto e quindi interrogato tramite una tavola Oui-Ja.
II- È molto difficile che si sappia per altre discipline, scienze applicate o nuove creazioni dello spirito: ma dello Spiritismo moderno si conosce l’esatta data di nascita.
Alla fine di marzo del 1848, a Hydesville, Stato di New York, nella casa della famiglia Fox si udirono improvvisamente strani rumori e colpi sordi, diffusi.
Le due figlie minori dei Fox, Margaretta detta Maggie, 15enne, e Catherine (o Kate), 11enne, convinsero facilmente la sorella Leah (all’epoca aveva 35 anni), che si trattava di “manifestazioni dei Morti”, e che i defunti in questo modo cercavano di comunicare col mondo dei Vivi.
I fenomeni – battiti ripetuti, soprattutto, e scricchiolii, oppure piccoli segni di levitazione – si ripeterono anche quando le ragazzine si sedettero intorno a un tavolo, formando una catena, con le mani bene in vista. Maggie e Kate riuscirono a dialogare, attraverso un semplice codice, con le entità evocate e divennero così, in modo del tutto “naturale”, le prime Spiritiste “di professione” nella storia. Leah si assunse il compito di far loro da agente e procuratrice e presto, visto che la curiosità popolare intorno alle doti delle Fox cresceva, le sorelline dovettero esibirsi in casa e poi sui palcoscenici.
Oggetti di mobilio, tambureggiamenti vari, e metodi prescelti per queste prime Epifanie Spiritiche fecero sì che, da allora in poi, tutte le sedute medianiche si somigliassero.
Lo Spiritismo giunse in Europa, dagli Stati Uniti, intorno al 1850, e, anche sotto il cielo cattolico, mantenne connotazioni tipiche del protestantesimo e dello “spirito di gruppo” di stampo americano. Divenne un passatempo decisamente “democratico”.
Qualsiasi borghese poteva accogliere nel proprio salotto questi “giochi da tavolo”; chiunque poteva civettare con l’Aldilà e le sue paure, e soprattutto: qualsiasi dilettante poteva cadere in trance e risvegliare un Trapassato.
I professionisti del dialogo coi Morti, e gli studiosi dell’Occulto e degli Arcani furono spazzati via dalla nuova tendenza. Lo Spiritismo diede il colpo di grazia al mesmerismo, e fu ovviamente il succedaneo e il finale distruttore della Negromanzia, in auge fino al Settecento. Il Medium riscuoteva, adesso, un successo strepitoso in società, mentre il Negromante dal tempo dei secoli più bui preferiva scomparire nei cimiteri, solitario, oppure con pochissimi iniziati votati al silenzio per giuramento. Lo spiritista – soprattutto nella sua straripante versione femminile – poteva essere ed era, in generale, una persona ignorante, di poche letture, vicine allo zero. Era e doveva dimostrarsi ingenuo, quasi “subisse” il proprio dono, più che compiacersene: in modo che nessuno potesse scambiarlo per un truffatore. Il Negromante, al contrario – così ce lo descrive già Quintiliano –, era un acuto, serio, profondo conoscitore del mondo infero, a cui si approssimava con complicate formule e pentacoli; era un “domatore” di Fantasmi, il quale, se convocava un defunto, lo faceva con uno scopo preciso, ben conoscendo i rischi fatali d’una scorretta o fatua evocazione.
A quanto sembra, i trapassati preferirono – e di gran lunga, a giudicare dal numero delle apparizioni –, i rozzi Medium agli stregoni più sapienti e raffinati. I Morti accorsero a frotte al richiamo degli spiritisti: e accorrono tuttora.
III- La passione per lo spiritismo travolse anche grandi scienziati e menti illuminate tra gli artisti e i letterati di successo.
Victor Hugo, ad esempio, faceva poetare gli Spiriti interrogando il proprio “tavolino”. Ricavava “risposte più o meno poetiche”, le recitava e le traduceva in versi ben ordinati. “In buona fede” e con molta modestia – lo ricorda Georges Dumézil –, attribuiva poi queste Poesie ai Morti stessi.
Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, icona della “razionalità” positivista, divenne storico e entusiasta portavoce delle nuove, e del tutto irrazionali, Scienze Psichiche.
Thomas Edison, inventore della lampadina a incandescenza e di infiniti altri congegni che hanno poi contrassegnato l’epoca moderna, cercò di costruire uno strumento, una specie di “telefono”, in grado di metterlo in contatto col mondo dei fantasmi. Solo la morte gli impedì di completarlo e brevettarlo, o – detto in termini più espliciti – solo quando morì si accorse che la macchina alla quale stava lavorando era diventata, per lui, perfettamente inutile: in quanto Spirito, gli riusciva naturale parlare con gli altri spettri, e senza mediazioni.
In realtà, nessuno tra gli appassionati dello spiritismo sentiva davvero il bisogno di ricorrere ad apparati complessi per comunicare con l’aldilà. I defunti erano diventati, pure loro, talmente “democratici” che si poteva avvicinarli in modo semplice, immediato, diretto. Così semplice, così diretto, che certe volte non c’era nemmeno bisogno dei Medium. Non era neppure necessario cadere in trance. Bastava un volenteroso che venisse eletto nei salotti, da vivi e morti, per acclamazione. Bastava un dito pigiato su un bicchiere rovesciato, o su una tavoletta, o sopra una planchette dotata di penna o di matita, per avviare una conversazione, e ricevere messaggi dal mondo degli spiriti. La “scrittura automatica” sostituì dovunque i più tenebrosi sensitivi professionisti. Il “cifrario” fino allora utilizzato per interpretare battiti, colpi e tambureggiamenti, si semplificò, grazie a innocui marchingegni, come la tavola alfabetica “Oui-ja” (“Sì”, in francese e tedesco) che incorporava tutte le possibili risposte degli Spiriti.
I prototipi delle “tavole alfabetiche” circolavano fin dalla metà del secolo XIX, ma solo il 28 maggio del 1890 a qualcuno (Elijah Jefferson Bond e Charles Kennard) venne l’idea di brevettarle e metterle in commercio.
Nel 1901 un impiegato di Kennard si appropriò dei diritti dell’invenzione, e la produsse in serie col nome storico “Oui-ja”. Così che la tavola, uscita finalmente dalle fabbriche lucida e scorrevole, istoriata di lettere, numeri, e “faq” ante litteram, divenne un “meuble obligé”, una suppellettile obbligatoria in tutti i salotti “buoni” della borghesia.
IV- Per comprendere la dinamica originaria dello Spiritismo, è al “tavolo da gioco”, che dobbiamo guardare. Un tavolo intorno al quale ovviamente si affollano anche i bari.
Lo spiritismo facilmente divenne l’Azzardo delle Donne. Quelle perbene dovevano stare lontane dai tavoli da poker, mentre erano venerate se trasformavano lo stesso oggetto del mobilio in un richiamo per la caccia agli spettri.
Le sorelle Fox lo insegnano, fin dai primi vagiti dello Spiritismo. La matrice “Oui-Ja” smaschera il Gioco Proibito che c’è dietro le sedute: la “roulette” dei segni alfabetici sostituisce i tarocchi, a loro volta succedanei delle carte su cui si puntano denari.
Ma ancor più che il guadagno, è proprio il “brivido” del gioco che muoveva l’intraprendenza delle moderne sensitive. Il “bluff” che molte di loro eseguivano come su un filo di rasoio costituiva comunque un inebriante diversivo rispetto alla soffocante condizione femminile, lo stato di minorità al quale il secolo le aveva condannate: e anche il rischio d’essere “smascherate” e umiliate successivamente faceva parte dell’eccitazione che provavano.
La parabola di Maggie e Kate Fox è assai istruttiva. Fin dal 1853 correvano voci su di loro: qualcuno sospettava raggirassero l’uditorio durante i loro spettacoli medianici. Tra il 1871 e il 1874 le performances della sorellina Kate, ormai trentenne, vennero analizzate dallo scienziato William Crookes. Il quale decretò, che i colpi ascoltati durante le sedute erano di genuina provenienza fantasmatica.
Tuttavia, nel 1888, giusto quaranta anni dopo i “fatti” di Hydesville, Maggie Fox ammise che lei e la sorella avevano prodotto con un trucco i rumori che erano stati scambiati per manifestazioni degli Spiriti. Battendole con forza, facevano “scrocchiare” le articolazioni delle dita dei loro piedi e delle mani, sotto i vestiti, dentro le calzature. Al principio, erano così piccole, le consideravano bambine sprovvedute, che nessuno pensò fossero capaci di una frode così evidente e stupida. Poi continuarono, cavalcando l’onda del favore popolare.
Maggie negli anni successivi ritrattò la confessione, ma troppo tardi. Le Fox perirono in miseria, dimenticate da tutti.
Ciò nonostante, l’inganno da cui nacque lo Spiritismo moderno non fu considerato un Peccato Originale, tale da arrestarne l’irresistibile progresso. Lo “Spirito del Tempo” era disposto a perdonare ogni truffa o deviazione, purché si salvasse la nuova Scienza degli Spiriti e fosse aperta ogni breccia per il ritorno dei Morti sulla Terra.
[La “Storia dei Medium” prosegue prossimamente]