Il 12 luglio 1995, al confine tra Cina e Myanmar, alle ore 05:46:43 locali, un terremoto dell’VIII grado della scala Mercalli, corrispondente all’energia che si sprigiona da una bomba all’idrogeno scagliata sul terreno, distrusse 100 mila abitazioni e ne rese pericolanti altre 42mila. Durante la scossa rovinosa perirono solo undici persone. Si contarono appena 136 feriti. Le vittime furono pochissime, perché gli scienziati cinesi riuscirono a prevedere il sisma, e le autorità evacuarono la zona. Si trattò di uno dei rari casi della storia (un altro, sempre in Cina, avvenne nel 1975) nei quali i sismologi interpretarono correttamente le scosse premonitrici, che avevano già seminato il panico nell’area nei giorni precedenti.
Ancora oggi dobbiamo riconoscere che la nostra Scienza, nonostante tutti i suoi progressi, non ci mette in grado di prevedere i Terremoti. Tuttavia, a fatti compiuti, e in linea teorica, ne conosciamo esattamente le cause e le andiamo a analizzare e a riscontrare fin nelle cavità più abissali della Terra.
Non era così nell’antichità. L’ignoranza in questo campo era totale, e si rifletteva considerevolmente sull’affollato apparato teologico dei Greci e dei Romani.
Ai tempi di Aulo Gellio, per esempio, non si era mai ben capita l’origine dei Terremoti, e quindi si ignorava a quale volontà divina rispondessero. I Romani, di norma scrupolosi nel venerare gli Dei Immortali, e sempre pronti a scrutarne i segni della presenza sulla Terra, “ritenevano opportuno, se accadeva un terremoto o ne ricevevano notizia, decretare feste a tale oggetto, ma tralasciavano di dichiarare o specificare, come normalmente avveniva, il nome della divinità in onore della quale aveva luogo la cerimonia”. E ciò accadeva, secondo le Notti Attiche, “onde evitare che il popolo, nominando una divinità invece di un’altra, fosse tratto a seguire un falso culto”.
Senza considerare poi che gli Dei sono gelosi uno dell’altro, e orgogliosi delle proprie prodezze, anche se comportano lo sterminio di migliaia di persone. Guai a dare il merito di certe carneficine a un Dio diverso da quello che ha operato effettivamente sul campo. I pagani erano sicuri, in questo caso, che la divinità offesa si sarebbe vendicata moltiplicando le catastrofi.
Per la verità c’erano state, anche nella Grecia più antica, un certo numero di teorie sismologiche che ambivano a presentarsi come “Scienza”. Di una di queste dà notizia Eliano (nelle Storie Varie): l’ubiquo Pitagora, dice, “attribuiva l’origine dei terremoti al radunarsi dei morti e a nient’altro”.
Pare ovvio che se i defunti si assembrano, nell’Aldilà, tutti i viventi dell’Aldiqua sono in pericolo. Lo fanno apposta, perché ci invidiano, per ciò che non hanno più.
Qualche migliaio di anni dopo, nel 1956, in uno splendido fumetto con Paperino, Paperone e i nipotini, intitolato Land Beneath the Ground! (“I Terremotari”) Carl Barks articolò l’ipotesi pitagorica, immaginando che i Terremoti fossero provocati dallo scontro di orde sotterranee di strane creature fatte a palla: i “Terrini” e i “Fermini”. Il loro scopo era innocente, benché insensibile ai destini di chi viveva sopra a loro. Per conquistare un “titolo sportivo” si lanciavano a tutta velocità e in gruppi di milioni contro i pilastri che sorreggevano Paperopoli.
Si può sorridere di certe sciagure? Il più possibile lontani dagli eventi, credo di sì. Con garbo, con rispetto per chi ha perduto tutto, con Fantasia, credo di sì. Vorrei dire: con Arte. Il saper ridere delle proprie disgrazie ha fortificato la specie umana nella dura lotta per la sopravvivenza. Anche se di questo aspetto, che pure gioca un ruolo basilare nell’approdo all’Homo Sapiens, mai si parla nelle Teorie dell’Evoluzione.
[in copertina: un’immagine del terremoto che ha devastato Turchia e Siria nella notte fra il 5 e il 6 febbraio 2023. Le vittime sono state 57700]