I- Uno “Sguardo” in generale
La Jettatura si distingue in: volontaria, involontaria. L’involontaria, è di natura patologica: se n’é, spesso, “portatori sani”. Attesta Dumas (nel Corricolo): “La jettatura è una malattia incurabile; si nasce jettatore, si muore jettatore”. Nulla guarisce il Menagramo. Se è cosciente dei propri poteri, e del loro contagio, egli assiste impotente con terrore, con dolore, alla rovina di tutto ciò che ha intorno, compreso ciò che ama. Al di là delle sue intenzioni, tutto ciò che sfiora è ammantato di sciagura. Destino tragico e comico il suo, degno d’un eroe moderno.
La Jettatura volontaria è, invece, di due specie. La prima, ricade nella Magia, perché è Fattura ed è associata pressoché sempre a una Maledizione. La seconda è col nome di “Invidia” ben conosciuta. Si tratta, in quest’ultimo caso, d’un “Odio” attivo solo con lo sguardo e col pensiero, mercé il quale l’Invidioso augura alla sua vittima, pei più disparati motivi, una completa perdizione, invocando su quella i fulmini e gli strali di un’amara e avversa Fortuna.
Naturalmente, l’Invidioso diventa Jettatore, solo se ha la forza col suo Malocchio d’agire sul Destino.
La jettatura spiega tutto. Per esempio, tutto il male del Mondo. Essa è la migliore compagna della peggiore Teodicea. Chi non sa spiegare perché Dio sembri tollerare l’ingiustizia, e propiziare il dolore e la morte dei migliori o più innocenti degli Uomini, evoca volentieri la “sfortuna”, cui pare soggiaccia ogni azione dell’Umanità. Dio insomma, ha fatto il mondo perfetto e giusto. È la jettatura che l’ha rovinato.
La lente che inforca il superstizioso gli consente di vedere una verità granitica che sfugge al resto del genere umano: e cioè che tutto il mondo è governato dalla Jettatura. Essa – dice l’esperto Nicola Valletta –, “prodigio della natura, occulta forza”, è il “filo arcano dell’universo, cui chi non crede la filosofia distrugge”.
Notazione quest’ultima che non deve muovere al sorriso, in quanto il miscredente sarà il primo a venire annichilato.
Per chi è sicuro dell’esistenza di una Jettatura, vale ciò che accade in ogni altra Confessione – perché è anch’essa una Fede –: chi “crede” non avrà bisogno di evidenze soverchie, essendo già esse infinite; chi “non crede”, difficilmente si farà convincere dalle prove.
Tuttavia, per i così detti scettici, il Valletta ha in serbo la più velenosa delle obbiezioni: “Vi so a dire però, miei signori, che perlopiù chi la jettatura nega suol essere fral numero de’ jettatori”.
Ne consegue, che chi cerca prove contro la jettatura, o la deride, con l’atto stesso la conferma, e smaschera se stesso come complice.
Emulo di Epimenide, chi dice: “il Jettatore non esiste”, in quel momento, incontestabilmente, lo è.
Dobbiamo affrontare questo tema, dunque, con tutta la delicatezza, il garbo e lo “stupore” possibili. Con una modesta speranza. Che questo “articolo” non porti male al lettore o alla lettrice.
II- Il Tredicesimo Segno dello Zodiaco
Perfino l’Oroscopo ci rammemora che la nostra Malasorte è onnipresente, fin dalla nascita. La Jettatura, occhieggia dalle Stelle, e da lì, dal centro del sistema zodiacale, domina immanentemente ogni Destino. Così De Santillana – nel Mulino di Amleto – intende il “centro eternamente vuoto”, l’area dello spazio siderale intorno a cui circola la Zoologia dello Zodiaco: come “Evil Eye” (il Malo Occhio, malocchio). Circondandola, le bestie presenti nell’Oroscopo avrebbero il compito e il dovere di proteggerci dall’Occhiata celeste iettatoria; e in effetti, dice lo studioso, molti amuleti antichi rastrellati dagli archeologi ci mostrano il malocchio “custodito (o attaccato) da ogni parte da animali, in particolari da animali dello zodiaco – e sempre presente è lo scorpione (frequente è anche la folgore)”.
L’Occhio malaugurante e gigantesco che fissa l’Uomo dalle Stelle è in qualche modo il Tredicesimo, invisibile, segno dello Zodiaco: tutti gli altri segni fanno da guardia.
III- Le Leggi della Jettatura (1)
È sbagliato dire che la “superstizione” è sopravvissuta, nonostante tutto, nonostante il Progresso, per esempio. La Superstizione è Sopravvivenza. La Superstizione è il mezzo a cui fanno ricorso le classi o gli individui più deboli per sopravvivere. È sopravvissuta perché essi stessi, grazie a Dio, sono sopravvissuti.
È vero, perciò e sempre, che la superstizione non si estingue mai, neppure quando non si sa più cosa abbia combattuto originariamente. Come sostiene Diderot, all’inizio, i cerimoniali superstiziosi sono dettati sicuramente dall’interesse generale, poi, “per un lungo succedersi di secoli” vengono costantemente e inutilmente osservati, diventando un “fardello per popoli di cui hanno alleviato le angustie solo per un momento”.
E in realtà è proprio questo il segreto della superstizione: che essa vive di se stessa, e che non c’è controprova di cosa poteva succederci se non avessimo osservato le sue “regole”.
Infatti, se ancora l’Amuleto [ne ho parlato, in un articolo precedente, sui “Nani da Giardino”] può essere considerato come una medicina, perchè presenta gradi sia pur larvati di specificità, per tutto il resto ogni prevenzione superstiziosa non si sa bene, esattamente, cosa ci eviti; mai, che so, che un gatto nero ci attraversi la strada per procurarci una disgrazia precisa, o una scala si apra sopra la nostra testa per appiopparci un danno prestabilito. No, la superstizione è fortissima, proprio perchè noi non sappiamo cosa, grazie a lei, abbiamo evitato. Questa autoreferenzialità, la rende determinata nella sua indeterminatezza, e quindi oltremodo ossimorica e Fantastica.
Non voglio, con ciò, legittimare la superstizione, sto solo cercando di spiegare perché ha affascinato tante menti superiori.
Ora: cosa ha fatto la fortuna della jettatura – si perdoni il gioco di parole –, per cui un così gran numero di uomini crede in essa, e l’evoca in ogni evento della vita, o quasi? Direi: un’intuizione.
L’intuizione che dietro la buona o la cattiva sorte vi sia non un capriccio di un dio o del destino, ma una regola. Una regola che non si può dare o descrivere, ma che si può presupporre come esistente, trovando facile consenso tra i migliori esperti delle cose del mondo. Per cui la prima Legge che il Superstizioso venera, allo scopo di regolare il Caso, è: la Scaramanzia è una Scienza Esatta.
[CONTINUA]
[in copertina: L’Orrore, di Alfred Kubin]