Ci sono Libri, per vocazione, “Infiniti”. Sono le Enciclopedie. So che quanto sto per affermare inevitabilmente si ritorcerà contro la mia stessa Fantaenciclopedia, tuttavia: ogni Libro che pretende di concentrare tutto il Sapere in una “Summa” si vota all’infinità, e, quindi, all’illeggibilità.
Non ci turba, e respinge, solo il numero incontrollabile di pagine a stampa che sarebbero necessarie, per esaurire ogni branca della conoscenza: è la forma stessa di Sapere Enciclopedico, che qui viene posta in discussione. Un Libro (o raccolta di libri) che “insegue” la sua materia mentre questa non cessa di prodursi, di moltiplicarsi, sembra inevitabilmente condannato alla futilità, o, peggio, a divulgare l’ignoranza.
È un perenne inseguimento: mentre noi scriviamo tutto ciò che si sa su un certo oggetto, qualcuno ne scopre nuove proprietà, nuove qualità e caratteristiche. Le immagina, le critica, le fraintende: ma pure di questi sviluppi è indispensabile dar conto. Le “Voci” d’un’onesta Enciclopedia devono integrare persino la loro “Eco”.
Il Libro Onnisciente, così, diventa zenoniano: un Achille che insegue vanamente una Tartaruga. Come in quel paradosso, per quanto si sforzi d’essere rapida, l’Enciclopedia non raggiungerà mai il piccolo salto, il miserabile progresso, che in ogni campo “scientifico” – in quei giorni, o nello stesso istante della sua pubblicazione –, avrà fatto il più stantio e minuscolo degli argomenti che ha trattato.
In Manoscritto trovato a Saragozza, meravigliosa fantasia di Jan Potocki – illuminista, e enciclopedista “critico” – si trova già accennata la parodia di questo “inseguimento”: Hervas, “l’onnisciente empio”, è convinto d’aver portato a termine la sua colossale impresa “scientifica” – la summa di tutto il sapere umano in cento volumi – ma poi apprende dai giornali stranieri che in tutti i campi da lui indagati si sono registrati dei progressi, ed è costretto ad aggiornare di continuo tutto ciò che ha scritto.
Gli odierni motori di ricerca di “Internet” rovesciano la prospettiva, ma l’esito è lo stesso. Essi promettono una “simultaneità” con i progressi delle Scienze che non possono mantenere altro che come aspirazione. Rendono più veloci le Enciclopedie, certo, ma aumentano nel medesimo momento, a dismisura, le dimensioni delle Conoscenze Possibili, che un tempo dipendevano esclusivamente dalle scelte dell’editoria. Talché, oggi, nel campo del Sapere enciclopedico, chi si crede Achille in realtà, è Tartaruga.
Terribile sospetto: in genere, qualsiasi Enciclopedia sembra contribuire, più che al Sapere, alla Storia delle Enciclopedie. Detto francamente: ogni riduzione enciclopedica, rischia d’essere una “reductio ad absurdum”. Un’incisione ulteriore sull’inconsutile bastone di Chuan-Tzu.
In una raccolta di storie “Zen”, troviamo la seguente parabola:
Il re di Persia, Zemir, radunò nella sua corte i migliori eruditi del Mondo, “e chiese loro di scrivere per lui la storia dell’umanità”. Dopo vent’anni, gli eruditi avevano scritto cinquecento volumi. Ci vollero dodici cammelli per trasportarli fino alla reggia, dove li attendeva il re. Zemir obbiettò: ho già superato i quarant’ anni; “non avrò tempo di leggere tutto prima di morire; preparatemi, ve ne prego, un’edizione ridotta”. I sapienti si misero all’opera.
Dopo vent’anni, presentarono un riassunto, che tenesse conto anche degli avvenimenti degli ultimi lustri. I volumi furono caricati su tre soli cammelli. Ma il re aveva già superato i sessant’anni. Chiese una versione più breve.
Dopo dieci anni, a Zemir fu sottoposta la Sintesi che pretendeva. Tuttavia, era talmente vecchio, che era diventato quasi cieco. Chiese ai sapienti un ultimo sforzo: ci vollero altri cinque anni, ma tutto il sapere del mondo fu racchiuso in un solo volume. Lo donarono al re che era ormai in punto di morte. Zemir si rammaricò: «“Morirò dunque senza aver saputo nulla della storia dell’uomo?” chiese il sovrano. Al suo capezzale, il più anziano degli eruditi rispose: “Te la dirò in tre parole: L’uomo nasce, soffre e infine muore”. In quel preciso istante, il re spirò».
Questo racconto straordinario si legge in: La Tazza e il Bastone del maestro Taïsen Deshimaru.
[dalla Fantaenciclopedia]