I- Febbraio 1529: breve governo di Gesù Cristo a Firenze
Quando Firenze, al tempo di Filippo Strozzi e Niccolò Capponi, trovò il coraggio di sbarazzarsi dei Medici – coraggio vero, perché in quel momento, de’ Medici si chiamava il Papa vivo, che sedeva sul trono di Pietro – si riunì un Parlamento per stabilire la nuova forma di governo cittadino. Narra Stendhal: “il gonfaloniere era un bigotto, i monaci di Savonarola, tuttora ambiziosi. Il gonfaloniere propose di nominare re Gesù Cristo: si passò ai voti, e fu eletto, ma con venti voti contrari. Il nome del sovrano non impedì al suo vicario, Clemente VII, di scagliare contro la propria patria tutti i soldati tedeschi che poté comprare in Italia”.
“Il governo di Gesù Cristo” – continua il grande letterato francese –, “di fatto era repubblicano”, nonostante il Redentore si fregi del titolo di “Re dei Re”.
Ma non è su questa anomalia “politica” che ci dobbiamo soffermare. Ci attira il fatto che, nell’Ultima Cena, si trovò un solo Giuda traditore: mentre millecinquecent’anni dopo, nella sola Firenze, se ne contavano addirittura venti.
Gli votarono contro senza neanche l’alibi del bacio.
II- Elezioni Democratiche
A quanti credono che la Politica sia una scienza esatta, conviene riflettere su quest’episodio riportato da Papini:
A Hardenbergen, in Westfalia, “si procedeva all’elezione del podestà in questa maniera. Tutti i candidati sedevano intorno a una tavola col viso inclinato, sì che tutte le barbe toccassero il piano. In mezzo alla tavola veniva posato un pidocchio il quale, dopo aver girato intorno, finiva col salire su una delle barbe protese.
Il proprietario della barba prescelta era gridato podestà”. [dalla Fantaenciclopedia, voce: “Potere”]
[in copertina: illustrazione da “Detective Fiction”]