Nei tempi antichi, in special modo i Prìncipi sposavano nobili fanciulle coronate, spesso, per procura.
Di questo tipo di matrimoni, e della tollerata “bigamia” che comportavano, beneficiarono, tra le altre, Lucrezia Borgia (nel 1493), Maria de’ Medici (nel 1600), e Maria Antonietta (nel 1770).
In molti casi, la cerimonia nuziale non si esauriva con la benedizione del sacerdote.
Seguiva, per la sposa, una certa intimità col sostituto del marito – una piccola, simbolica, luna di miele o consumazione.
Si applicava, cioè, il cosiddetto Droit de jambage.
La novella sposa si infilava nel letto con la toletta o la camicia che avrebbe indossato nella futura, e vera, prima notte di nozze. A quel punto, si presentava il “facente funzione” del marito.
Era costume che costui esercitasse i suoi diritti poggiando la gamba destra, fino al ginocchio, sul letto della fanciulla con la quale si era appena coniugato per conto di un altro. Solo la gamba, senza penetrare sotto le coltri.
“Ludwig di Baviera, che sposò la principessa Maria di Borgogna, figlia di Carlo, duca di Borgogna, detto il Temerario, in nome dell’Arciduca Massimiliano d’Austria, fece questa cerimonia”, assicura il Waree.
Lo scopo dell’usanza era, dichiaratamente, quello di “compromettere” con un concreto approccio virile la sposa per procura, impegnandola, per la sua onorabilità, a non cercare nuove avventure matrimoniali. In effetti, quasi tutte le nobili e le principesse inciampate nel Droit de jambage, si sentivano poi vincolate in modo duraturo da quel ridicolo cerimoniale.
Il Droit de jambage sembra essere parente stretto o erede diretto del Droit de Cuissage, residuo succedaneo dell’antico diritto di jus primae noctis, o ius cunni, la “prelibazione del pulzellaggio”, chiamata in Scozia “marchetta”, e in Piemonte “cazzagio”. Nell’epoca feudale, in Guascogna, i signori raggiungevano gli sposi novelli nel loro letto di nozze e introducevano sotto le coltri una coscia o una gamba. Il cuissage o droit de cuisse poteva essere evitato col pagamento d’una penale, a richiesta del vassallo, ma non tutti avevano abbastanza denari per sottrarsi all’umiliazione.
In molti paesi d’Europa, il signorotto feudale aveva comunque un diritto sulla prima notte e lo esercitava obbligando gli sposini a consumare il matrimonio nelle situazioni più strane: su un albero, o nudi nell’acqua d’un fiume, ecc.
Preti e monaci del medioevo intendevano invece il “diritto” loro conferito in senso esclusivamente sessuale. In Francia, secondo il Dulaure (Des Divinités Génératrices), i religiosi erano talmente convinti d’avere questa potestà sulla verginità delle loro assistite, che un parroco si rivolse alla corte di Bourges, denunciando una fanciulla che si era fatta deflorare dal legittimo consorte, invece che da lui.
La corte respinse la sua richiesta, e gli propinò un’ammenda.
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