«GIONA RESTÒ NEL VENTRE DEL PESCE TRE GIORNI E TRE NOTTI. DAL VENTRE DEL PESCE GIONA PREGÒ IL SIGNORE SUO DIO E DISSE:
“NELLA MIA ANGOSCIA HO INVOCATO IL SIGNORE
ED EGLI MI HA ESAUDITO;
DAL PROFONDO DEGLI INFERI HO GRIDATO
E TU HAI ASCOLTATO LA MIA VOCE.
MI HAI GETTATO NELL’ABISSO, NEL CUORE DEL MARE
E LE CORRENTI MI HANNO CIRCONDATO;
TUTTI I TUOI FLUTTI E LE TUE ONDE
SONO PASSATI SOPRA DI ME […].
LE ACQUE MI HANNO SOMMERSO FINO ALLA GOLA,
L’ABISSO MI HA AVVOLTO,
L’ALGA SI È AVVINTA AL MIO CAPO.
SONO SCESO ALLE RADICI DEI MONTI,
LA TERRA HA CHIUSO LE SUE SPRANGHE
DIETRO A ME PER SEMPRE.
MA TU HAI FATTO RISALIRE DALLA FOSSA LA MIA VITA,
SIGNORE MIO DIO”».
Giona, 2, 1-7