Il film di Ishirō Honda Mothra (Mosura) è datato 1961, ben 11 anni prima dell’ipotesi del “Butterfly Effect” formulata dal meteorologo nordamericano Edward N. Lorenz (1917-2008). Si potrebbe quindi sospettare che la pellicola abbia influenzato in qualche modo, sia pure inconscio, la teoria secondo la quale una Farfalla che batte le ali (cioè: una “causa minima”) può provocare disastri epocali. Questo è appunto l’esito delle scorribande di Mothra, un mastodontico Kaiju giapponese, dall’indole sostanzialmente buona.
L’enorme Falena, quando ancora si trova allo stato larvale nell’isola natia, è vegliata da due minuscole fate, le Shobijin, che l’ammansiscono col loro canto. Un mafioso siculo-americano, “Rosilicano”, rapisce le fatine e le porta, in gabbia, a Tokyo, per “venderle” come attrazioni televisive. Mothra raggiunge la capitale e, dopo aver tessuto un gigantesco bozzolo sopra le macerie della Tokyo Tower, ne esce furibondo, radendo al suolo mezza città, e spazzando via, a colpi d’ala, qualsiasi resistenza armata.