I- Nelle sue Histoires admirables (libro di cui auspico un’urgente riscoperta) Simon Goulart riferisce d’aver saputo che al Cairo, in Egitto, non è raro assistere alla Risurrezione dei Cadaveri. Miracolo, questo, che ispirò alcuni pregevoli versi al poeta secentesco Teodoro Agrippa d’Aubigné.
Cito da Les Tragiques:
“Presso il Cairo s’alza un poggio dove si conviene
Da ogni parte all’equinozio, il venticinque marzo;
La gente come al campo ci si attenda […]
L’occhio si compiace del sito, e le mani
Ridanno agli occhi turbati ferma attestazione.
Vedi le ossa coperte di nervi, i nervi di pelle,
La testa di chiome; di questa tomba guarda
Come si frangono le sabbie ribollenti
Pullulando di gambe, braccia e teste […]”.
Aggiunge il poeta: dall’accolita dei risorti spunta un fanciullo dagli occhi ridenti, dai capelli ricci.
L’uomo che ha assistito al prodigio tende la mano per afferrarlo, “ma da una grigia barba / Esce il grido: Ante matharafde kali, e si lascia la presa”.
Agrippa d’Aubigné verseggia su un fatto narrato a Goulart da un certo Estienne Duplaus, come vero: “costui mi ha raccontato in sovrappiù di aver toccato e tastato varie parti del corpo di questi risuscitati. E mentre voleva afferrare la testa riccioluta di un bambino, un uomo del Cairo gli gridò ad alta voce: Kali, Kali, antematarasdè – e cioè: lascialo, lascialo, non sai che cos’è!”
Quando un Morto ritorna dalla Tomba col suo antico aspetto, come se nulla gli fosse accaduto, noi, in verità, ignoriamo cosa sia effettivamente diventato nel frattempo.
II- Come si esce dal Sogno della Morte per risorgere nella Carne? Riapparirà per primo, di noi, un piede, un orecchio (dovremo pur sentire lo squillo della Tromba!), o il cuoio capelluto?
Si accesero dispute teologiche, tra i Rabbini, circa “l’ordine con cui sarà ricostituito il corpo umano” durante questa Reincarnazione Generale. Ogni scuola, per sostenere le proprie convinzioni, citava un differente versetto della Torah. Questa varietà di giudizio era favorita da un fatto incontestabile e preciso: la Sacra Scrittura non parla mai esplicitamente di una futura Resurrezione dei Corpi. Né singolare, né plurale.
Per esempio, «la scuola di Shammai diceva: Non come la formazione dell’essere umano in questo mondo sarà la sua formazione nel Mondo Avvenire. In questo mondo comincia con la pelle e la carne e finisce con nervi e ossa; mentre nell’Aldilà comincia con i nervi e le ossa e finisce con la carne e con la pelle. Perché così è detto nella visione di Ezechiel: “E guardai, ed ecco, v’erano sopra nervi, e carne salì e pelle le ricoprì (Ezechiele, 37, 8)”».
Tutt’al contrario, la scuola di Hillel opinava: «La formazione nel Mondo Avvenire sarà simile alla formazione in questo mondo. In questo mondo comincia con pelle e carne e finisce con nervi e ossa: lo stesso accadrà nell’Aldilà; perché così diceva Job: “Non mi verserai come latte e non mi caglierai come formaggio? (Giobbe, X, 10)”. Non è scritto: “Non mi hai versato?” ma: “Non mi verserai?” […]. È come una ciotola piena di latte: il latte rimane liquido fino a che non vi si mette del caglio: dopo avervi introdotto il caglio, il latte si coagula e diventa solido”».
Se ne desume, secondo la scuola di Hillel, che il corpo ritornerà prima in una forma plastica priva di consistenza (pelle e carne), e poi acquisterà la solidità delle ossa.
Un’altra scuola rabbinica asseriva che l’essere umano sarebbe risorto a partire da un osso incorruttibile della colonna vertebrale, chiamato Luz.
III- C’è pure chi ha affermato che – almeno per gli Ebrei –, risorgere, è un atto necessario e prescritto, e lo si può dedurre da una lettura attenta delle Reticenze della Legge. Questa opinione è riportata da Voltaire: «Un rabbino di nome Samai dimostra la verità della resurrezione con questo passo dell‘Esodo: “Io sono apparso ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe e ho promesso loro con giuramento di dar loro la terra di Canaan”. “Ora Dio, nonostante quel giuramento”, dice questo gran rabbino, “non dette loro quella terra: dunque essi, per goderne, dovranno risuscitare, affinché il giuramento sia adempiuto”».
Secondo Voltaire, per il teologo cristiano dom Calmet, la prova che la Resurrezione avverrà, è già testimoniata dai Vampiri, i quali hanno solo la colpa d’esser resuscitati incautamente – si potrebbe dire a buon diritto – prima del tempo debito.
IV- La grande maggioranza Teologi cristiani, se non erro, ha escluso gli Animali dalla Resurrezione Finale dei Corpi, quella che prepara il Giorno del Giudizio e, o, il Mondo Avvenire. Una vera cattiveria. Altre confessioni si sono dimostrate più misericordiose. La Fede Musulmana per esempio, nell’avviso del Corano, Libro Sacro. Nel quale si legge che il destino ultimo delle “comunità religiose degli animali”, è questo: “verranno riunite a suo tempo presso il loro Signore” [VI, 38].
Persino i presunti “selvaggi” o gli incivili, sono più compassionevoli e solidali con le Bestie, rispetto a noi Occidentali. Secondo gli indigeni della Kamciatka, “tutte le creature, compresi i più piccoli insetti, risusciteranno per vivere sotterra”. Edificante. Dispiace però, in questo caso, non il destino nostro – quanto apprendere che certi insetti, che già vivono sottoterra, risuscitino proprio lì dove hanno condotto una vita ben squallida e miserrima. Possibile non ci sia posto, per loro, in Paradiso?
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