I- L’affondo del Bisturi
Vi sono Metamorfosi profondamente legate alla scienza medica. Ci sono stati (e ci sono forse ancora, tra i medici) cultori ed esecutori di quella che Victor Hugo chiama la “chirurgia alla rovescia”: volta sostanzialmente a ridurre uomini e donne – ma soprattutto, bambini – alla condizione innaturale di “Mostri”.
Scrive Victor Hugo ne L’Uomo che ride, a proposito di questa chirurgia, “scienza dalle più svariate applicazioni”: “Era usanza che nel palazzo del re d’Inghilterra vi fosse una specie di uomo notturno, il quale cantasse come un gallo. Egli vegliava mentre tutti dormivano, girando per il palazzo, e allo scoccare di ogni ora lanciava il suo grido da cortile, ripetuto quante volte era necessario per sopperire a una campana. Per essere promosso gallo, quest’uomo aveva subìto nell’infanzia un’operazione alla faringe.
Sotto Carlo II, avendo una salivazione dovuta all’intervento chirurgico disgustato la duchessa di Portsmouth, si conservò la funzione per non sminuire il prestigio della corona, ma si fece lanciare il grido del gallo da un uomo non mutilato. Di solito si sceglieva per l’onorevole impiego un ex-ufficiale. Sotto Giacomo II, questo funzionario si chiamava William Sampson Gallo, e riceveva annualmente per il suo canto nove sterline, due scellini e sei soldi”.
Fu sicuramente un progresso, in campo umanitario. Tuttavia qualcuno, nel passaggio dal freak all’impiegato, potrebbe cogliere il degrado, il declino di un’epoca. Sostituendo l’ugola incrinata, l’ora spaccata si accinge a divenire, in tempi rapidi, un tabù inviolabile della Modernità.
Negli anfiteatri dei Romani – secondo Tertulliano –, s’esibivano anche Maschere vive, Maschere di carne che imitavano in modo perfetto le fattezze degli Dèi eternizzate dalla scultura classica. L’apologeta cita qualcuno “che muta i suoi connotati con il rasoio, infedele verso il suo stesso viso”, per “farlo somigliare a Saturno, a Iside e a Libero”. C’era dunque chi si sottoponeva a operazioni plastiche, per calcare la scena come un Dio: ma non per ricevere tributi, o onori. Anzi, reso ridicolmente “divino”, veniva schiaffeggiato come uno zanni sul suo faccione abnorme, al solo scopo di far sghignazzare il pubblico più corrivo. “Questi mostri si piegano”, commenta nauseato Tertulliano nel De Spectaculis, “all’umiliazione degli schiaffi, come prendendosi gioco del precetto del Signore” – (cioè: il “porgi l’altra guancia”).
II- Wild Boys
Dentro le fiere ambulanti, andavano di moda, nei secoli trascorsi, i “Ragazzi Selvaggi”, creature dei boschi, dei deserti, delle foreste, sfuggite chissà come alla civiltà e ridotte allo stato di natura. C’erano migliaia di persone disposte a pagare un biglietto, pur di vederle esibirsi nei baracconi. Benché i casi autentici scarseggiassero in ogni epoca, non ci fu mai problema su “come” procurarsi la materia prima. Chirurghi improvvisati e impresari dei circhi subentravano alla Natura e all’abbandono.
I “Wild Men”, o i “Wild Boys” della Cina imperiale – lo attestano George Milbry Gould e Walter Lytle Pyle – erano spesso ragazzi normali rapiti e operati perché artificialmente rassomigliassero alla fisionomia che il pubblico più grossolano si attende da un essere selvatico. Per cui i loro aguzzini non si limitavano a renderli “muti distruggendone le corde vocali”, o a costringerli “a servirsi per camminare di tutti e quattro gli arti”, ma li scuoiavano vivi “a poco a poco (bit by bit), trapiantando sulle superfici scorticate della pelle la pelliccia di un orso o di un cane”. Un procedimento talmente invasivo, lungo e feroce, da sopportare, che tutti i “pazienti” perdevano irrimediabilmente la ragione, e, quattro su cinque, la vita.
Non si copiava la Natura, ma si creava a bella posta una Natura insussistente e soppiantata. La Natura come il malvagio immagina che debba essere: semplice, esplicita, aritmetica e logica. Così è la Natura per la Ragione Atroce.
III- Il Budda Vivente della Cina
Anche il “Budda vivente” della Cina, del quale parlò Jean Cocteau a Charlie Chaplin (e di cui lamento le troppo scarse notizie) sembra uno di questi sciagurati che il bisturi o la nequizie umana, a scopo “ornamentale” hanno artificialmente reso un “portento da baraccone”: “Durante il viaggio” – narra Chaplin nella sua Autobiografia (pp. 463-4) – “Cocteau mi raccontò una storia incredibile: che aveva visto all’interno della Cina un Budda vivente, un uomo sui cinquant’anni, il quale aveva trascorso tutta la vita immerso nell’olio di un vaso, tenendo solo la testa fuori. Immerso nell’olio per tanti anni, il corpo era rimasto allo stato embrionale ed era così tenero che lo si poteva passare da parte a parte con un dito. Non mi fu mai precisato da quale parte della Cina egli lo avesse visto, e alla fine dovette ammettere che non lo aveva visto con i suoi occhi ma ne aveva solo sentito parlare”.
La testimonianza, anche se di provenienza altrui, parrebbe autentica. Già Gautier (in Iettatura) aveva descritto “nani che la pazienza cinese alleva negli orci per impedir loro di crescere”. E Longino – lo ricorda Leopardi nel Saggio sugli Errori Popolari degli Antichi – suppose che i favolosi Pigmei, avvistati nell’africa Nera, fossero creature originariamente “normali”, trapiantate fin dalla più tenera età in certe “scatole” che impedivano loro di svilupparsi.
Con l’ausilio del bisturi, e con altre costrizioni fisiche, le “Sperimentazioni Cliniche” di tutti i tempi hanno aiutato la Natura a produrre nuovi “scherzi”, nuovi freaks da offrire al divertimento dei circhi e delle corti. Orrori imperdonabili: perché i portenti creati dalla Chirurgia paiono ancora più infelici – o paurosi –, se possibile, di quelli nati da un errore genetico.
Difficilmente riescono a ispirare pietà.
[dalla Fantaenciclopedia]
[in copertina: Foto-Cartolina di Lionel, “Ragazzo-Leone”, all’età di 17 anni, nel 1909]