“DI TEODORICO SI NARRA CHE UNA SERA, MENTRE LA TESTA D’UN GROSSO PESCE VENIVA SERVITA ALLA MENSA REALE, EGLI A UN TRATTO ESCLAMÒ CHE VI VEDEVA IMPRESSA LA FACCIA IRATA DI SIMMACO [UN SENATORE CHE LUI AVEVA CONDANNATO INGIUSTAMENTE A MORTE], CON GLI OCCHI SCINTILLANTI DI RABBIA E DI VENDETTA E CON LA BOCCA ARMATA DI LUNGHI DENTI AGUZZI CHE MINACCIAVA DI DIVORARLO. IL RE SI RITIRÒ NELLA SUA CAMERA, E TREMANDO DI FEBBRE E DI FREDDO SOTTO IL PESO DELLE COPERTE, MANIFESTÒ CON VOCE ROTTA AL SUO MEDICO ELPIDIO IL SUO PROFONDO PENTIMENTO PER L’UCCISIONE DI BOEZIO E DI SIMMACO. LA SUA MALATTIA SI AGGRAVÒ, E DOPO UNA DISSENTERIA, CHE CONTINUÒ PER TRE GIORNI, MORÌ NEL PALAZZO DI RAVENNA”.
Edward Gibbon, Storia della decadenza e caduta dell’impero romano