Dagli anni Trenta del ventesimo secolo, o giù di lì, prolifera in Giamaica la religione “Rasta”, che ha un solo fondatore e divinizzato ispiratore: l’imperatore etiope – o Negus –, Haylé Selàssié (il cui vero nome era Tafarì Maconnèn). Un tale culto, però, sarebbe sorto – almeno se ha ragione Elémire Zolla – solo in virtù d’una Epidemia di Sogni.
Il Negus non si era neppure mai mostrato di persona, in quegli anni, a questi nuovi fedeli d’oltreoceano, né fu mai da loro conosciuto col suo aspetto vero e colorato; e nessun suo “missionario” venne dall’Africa a convincere gli isolani dei Caraibi a cambiare Fede. Insomma, Haylé li convertì in maniera del tutto inconsapevole.
“Rasta” – precisa Zolla in Lo Stupore Infantile– «è abbreviazione di rastafariano, come si chiamarono i patiti giamaicani di ras Tafari, l’imperatore Hayla Sellase. Il popolo negro che viveva alla giornata nelle periferie di Kingston rimase colpito, negli anni Trenta, dalla ricorrente fotografia di ras Tafari sui giornali locali. Taluni se la ritagliarono, ci fantasticarono su, la sognarono e si scambiarono notizia di quei loro sogni “rastafariani”: nacque un movimento di follia religiosa. A furia di contemplare le pupille imperiali malinconiche e gravi, il naso affilato e orgoglioso, le livree dei funzionari ecclesiastici copti, molti Giamaicani ebbero visioni vere e proprie, entrarono in un mondo ieratico che avevano nel sangue senza saperlo, si sentirono partecipi di una monarchia nera, ben più sontuosa e arcana di quella britannica che li amministrava. Ras Tafari era “il leone di Giuda”, “discendente di Salomone e della regina di Saba” […]. I rastafariani conclusero di essere una tribù dispersa di Israele, visto che Israele si trovava in Africa e a loro Ezechiele aveva parlato».
Questa devozione incontenibile e indiretta che induce a deificare una Autorità straniera (possibilmente un imperatore), ha almeno un precedente. Nell’India coloniale. “Si dice” – riporta Frazer nel Ramo d’Oro– “che vi fosse anni or sono, a Orissa, una setta che adorava durante la sua vita la regina Vittoria come sua principale divinità”.
[dalla Fantaenciclopedia]
[in copertina: Il re degli Altipiani d’Etiopia Sahela Selassie, di W. L. Walton (da Harris)]