Esattamente 405 anni fa, il demonio tentò di impadronirsi della chiesa di una cittadina bretone, in Francia, ma ne venne scacciato.
“Sabato, primo giorno del febbraio 1620, avvenne una grande disgrazia e un gran disastro nella città di Quimper-Corentin”, racconta La Vision publique d’un horrible et tres-éspouvantable Demon, un opuscolo pubblicato a Parigi quel medesimo anno.
Verso le otto del mattino, si era udito un tuono possente in cielo, e subito dopo un fulmine aveva colpito la guglia di piombo, a forma di piramide, che sormontava, con la Croce, la cattedrale cittadina. “A questo punto, fu visibilmente visto un Dèmone orribile, e spaventoso, all’interno d’una nuvola di nevischio afferrarsi alla citata piramide, sia alla cima, sia alla base della Croce, essendo il sopradetto demònio di colore verde, e dotato d’una lunga coda del medesimo colore”. Per alcune ore, fino alla una, non si percepì sulla piramide alcun fenomeno; finché si sprigionò dalla sua cuspide un gran fumo, che durò un quarto d’ora, e, appena terminato quello, la Croce fu avvolta dalle fiamme.
Temendo che quel fuoco bruciasse tutta la cattedrale, i popolani salvarono il tesoro della chiesa. Si tentò pure di spegnere l’incendio, ma invano. Finché il clero decise di esporre le reliquie sante davanti al fuoco che avanzava nella navata, e di cantare presso di esso l’Agnus Dei, continuando a gettarvi sopra l’acqua, a barili.
Ma, niente: le fiamme proseguivano il loro cammino. E in mezzo ad esse balenava sempre la figura del Demònio, verde, giallo, blu.
“Come extrema ratio, si decise allora di scagliare tra le fiamme un pane di segale di quattro soldi, dentro il quale era stata riposta un’Ostia consacrata; poi si prese dell’acqua benedetta, mescolata al latte d’una balia di sani e cristiani costumi, e anche questa fu spruzzata sulla fiamme”.
Il dèmone non sopportò quel trattamento, e fu costretto ad abbandonare il fuoco, che, a quel punto, fu facilmente estinto. Erano le sei e mezzo della sera, quando questo accadde. Quando il demonio fu dileguato, e le fiamme soffocate, si ritrovò tra le ceneri della chiesa il pane di segale: esso non era bruciato, solo la crosta si era un po’ annerita.
[Trovo una singolare affinità tra il Dèmone di questa storia e quello che, evocando le saette dal cielo, e aprendo ampi squarci nel metallo con gli artigli, devasta l’ala dell’aereo su cui viaggia il protagonista dello spaventosissimo Nightmare at 20.000 feet (episodio del 1963 della serie Tv “The Twilight Zone”, chiamata da noi “Ai Confini della Realtà”, e replicato anche nel film omonimo del 1983), sceneggiato da un Maestro del Fantastico: Richard Matheson.]
[in copertina: Il diavolo assalta la vetrata, di Matthias Grünewald (particolare della pala dell’altare di Isenheimer)]