I- Nicholas Godigno nella Vita del Sylveira, protomartire di quei luoghi, racconta “che lo sternuto del re del Monomotapa è annunziato a tutto il regno, cosa incommoda, quando egli è obbligato a sternutare più volte di seguito”. Al contrario il Mansa, re trecentesco del Mali musulmano, condannava a morte immediata i sudditi che chiedevano udienza e si presentavano in sandali e cosippure – testimonia Ibn Battuta – quelli che, ammessi in sua presenza, sternutivano. Entrambi gli accidenti, equivalevano a reati di Lesa Maestà.
Plutarco sentì dire che il famoso “demone” che orientava Socrate nei suoi giudizi e nelle sue azioni, altro non era che lo Sternuto, il proprio, o l’altrui. E che se quella violenta emissione nasale l’udiva prodursi alla sua destra era segno di fortuna; a sinistra, infausto.
Sant’Agostino riferisce che gli antichi, al risveglio, sollevatisi dalle coltri per calzarsi, se sternutivano, se ne tornavano subito a letto, e si rimettevano a dormire per ribaltare l’auspicio negativo.
Sostiene Marco Polo che anche i bramini dell’India, “quand’egliono escono di casa, ed egli od alcuno istarnuta, che no’ gli piaccia, immantinente ritorna in casa, e non andrebbono piue innanzi”.
Guai poi a sternutare in prossimità d’una tomba o di un cimitero.
Partiti baldanzosi per la guerra, i reparti militari dell’antichità potevano precipitarsi in rotta nelle retrovie, quando anche un solo soldato tra di loro sternutava, fuori tempo o luogo.
Questa stordita epopea – avverte Leopardi in un meraviglioso capitolo del suo Saggio sugli Errori Popolari degli Antichi – ha però anche eroi fortunati, come Senofonte, quale lui stesso si descrive nella Ciropedia: “Senofonte arringava l’esercito. Mentre egli parlava, un soldato sternuta. L’eloquenza dello sternuto più forte di quella di Senofonte persuade l’armata, e l’impresa si tenta”. Un’altra volta, mentre concionava pubblicamente in mezzo alle truppe, sternuta un milite diverso: seduta stante, “Senofonte è creato Generale”.
Non mancarono però tra gli antichi condottieri che possono definirsi “illuminati” se non addirittura “illuministi”: racconta Frontino che «Timoteo ateniese, impegnato in una battaglia navale, essendo giunto quasi a scontrarsi con i Corciresi, riprese così il pilota della sua nave che aveva cominciato a dare il segno alla flotta di rientrare nel porto, solo perché uno dei rematori era stato udito starnutare: “E che! ti meravigli che fra molte migliaia di marinai ce ne sia uno a cui prudono le nari?”». Polieno nei suoi Stratagemmi aggiunge che si rise a questo detto, e si fece vela per tornare allo scontro.
Vittime di un Pregiudizio pernicioso e contagioso, Greci e Latini non esitarono a ritenere lo sternuto “come cosa soprannaturale e divina”, soprattutto in quanto “che risiede nel capo e commuove la sede del pensiero”. Come negare che questa deduzione ha una sua “logica”? Lo sternuto partecipa della natura del Tuono – attributo principe del Padre degli Dei. È il Tuono Umano, che proviene all’improvviso dal Cielo dell’Uomo, che è la sua testa. Come il tuono, è accompagnato da spruzzi: saliva invece che pioggia. E perciò come un tuono è stato temuto, omaggiato, e ritenuto “oracolare”.
II- L’italiano Giuseppe Toaldo dimostrò, nel suo studio intitolato Della vera influenza degli astri sulle stagioni e mutazioni di tempo, che basta “uno starnuto per rovinare un paese”.
“Accade talor di vedere a chi viaggia in tempo di neve per profonde valli su l’Alpi, che ad un semplice starnuto, o altro piccolo suono, staccandosi per sì tenue tremore un fiocco di neve dalla fronda di un albero, o dalla cima prominente di un sasso, questo fiocco rotolando giù, e involgendo la neve che incontra, cresce alla mole di una montagna, che schianta tutto ciò che incontra per via, seppellisce vetture e case, riempie gli alvei e le valli, fa cambiar letto a’ torrenti, eccita nell’aria una tal onda, che forma un vero uragano”.
È, in nuce, l’abbozzo della futura “Teoria del Caos”. Secondo la quale avvenimenti impercettibili determinano irreparabili catastrofi anche a migliaia di chilometri di distanza.
Lo storico e scienziato della “Jettatura” Valletta, desunse dallo studio di Toaldo questa conseguenza: accertato che uno starnuto può distruggere un paese, non dobbiamo poi stupirci se “leggeri moti d’occhi” o altri deboli effluvi emanati dai menagramo riescono a causare sciagure umane e disastri naturali. Sostiene perciò il Valletta con ammirazione, che dobbiamo a Giuseppe Toaldo la prima – e forse unica – “mattematica dimostrazione” della Jettatura.
III- Plinio Secondo, riassumendo le conoscenze mediche del suo tempo, scrisse che “nelle donne incinte, ogni cosa, per esempio il modo di camminare, influisce sul parto; se prendono cibi troppo salati mettono al mondo un bambino senza unghie; se non sanno trattenere il respiro, hanno più difficoltà a partorire; perfino uno sbadiglio, durante il parto, può essere letale; così come uno sternuto durante il coito può provocare l’aborto. Compassione e vergogna colgono chi considera quanto sia precaria l’origine del più superbo degli esseri viventi: spesso per abortire basta l’odore d’una lampada appena spenta. E dire che da un inizio così fragile può nascere un tiranno o un carnefice!” [Storia Naturale, VII, 42-4].
Ignoro se sia vero e confermato dalle ricerche cliniche moderne che uno sbadiglio, mentre si partorisce, risulterà mortale per il nascituro, come pure non ho le certezze di Plinio sul fatto che starnutire durante il coito provocherà un aborto, ma so per certo che sbadigliare durante il coito può causare, come minimo, un tremendo litigio tra i partner.
[in copertina, un’immagine tratta da Totò a colori]