L’Ostrica di De Sales, o la Faida delle Specie
Monsieur Jean Baptiste Claude Isoard Delisle de Sales [d’ora in poi: de Sales], nel tomo III del suo De la Philosophie de la Nature (1777), immagina che sarebbe augurabile, per uno scienziato, avvicinare un’Ostrica, in modo che, dialogando civilmente e razionalmente con lei, ci fosse poi consentito di squarciare la cortina dietro cui la Natura nasconde se stessa e il proprio metodo di lavoro.
Per rendere ancora più verosimile questo suo desiderio d’un “incontro ravvicinato” col Mollusco, il filosofo lo realizza, inscenando nel suo libro un serrato “dramma ragionevole” (ma francamente demenziale) tra lo scienziato britannico Isaac Newton, un selvaggio nero di carnagione bianca (l’Albino), per l’appunto un’Ostrica, e in aggiunta alla compagnia già ben assortita un’inatteso Tritone (sì, il leggendario Uomo-Pesce).
Durante l’azione più o meno teatrale, che si svolge in Senegal, questi personaggi – Newton escluso – cercano di sterminarsi a vicenda, non solo per motivi alimentari, ma per far prevalere le Ragioni della loro Specie e il loro diritto a spadroneggiare sulla Terra.
De Sales ci tiene a ribadire che Newton andò davvero in Senegal per verificare le sue ipotesi gravitazionali sotto la linea dell’Equatore. Quindi il suo dialogo con l’Ostrica non è del tutto “inverosimile”. Forse, suggerisce l’Autore, è avvenuto per segni, o pantomime. Lo scienziato stesso, però, a un certo punto della conversazione, si stupisce di quello che sta facendo : «Newton, suvvia, raisonner avec une huître! [questionare con un’Ostrica!]», ma poi prosegue imperterrito: “Tutto è legato nella natura da una catena insensibile; l’ostrica mi sembra l’anello che lega regno vegetale e regno animale; l’uomo-marino, che è la primizia dei pesci, è unito per la figura all’Albino, che è l’ultimo degli Uomini […]. L’Orangutan che vive nelle foreste, e che non manca d’Esprit, e che non è riempito di scaglie, riempie l’intervallo che c’è tra il Tritone e l’Uomo”.
De Sales credeva fermamente che mostri come i Tritoni, fossero stati davvero avvistati, anche se forse, equivocati come Specie. Nella stessa Philosophie de la Nature il nobile francese ci ragguaglia sull’esistenza di spaventevoli “carpe antropomorfe, che posso rendere verosimile la favola delle Sirene”.
Certamente l’opera di de Sales ha ispirato Monsieur Dorat per la favola “L’Huître et l’Homme”, e soprattutto – ma forse lo scrittore statunitense non l’ha mai saputo – il delizioso racconto novecentesco “La rivolta dell’Ostrica” di Don Marquis, nel quale viene inscenata la medesima faida tra un Uomo Primitivo e l’ottuso ma tenace mollusco.
La paleoantropologia afferma che i nostri antichissimi progenitori erano “Probabilmente Arboricoli” (anche se é abbastanza paradossale che ai primi, oltre che ai più famosi, di loro, sia stato proibito proprio di salire su un Albero, nell’Eden), e Don Marquis accetta pienamente questa teoria. Fino al punto di chiamare il nostro avo Probabilmente, di nome, e Arboricolo, di cognome. Questo coraggioso antenato, Probabilmente, si azzuffò in mezzo al mare con un’Ostrica, che mirava, proprio come lui, a dominare su ogni specie del pianeta. Fu un duello epico, che l’Homo Sapiens vinse a stento, per una stretta incollatura. Da allora abbiamo avuto il premio e il privilegio di ridurre la Terra come l’abbiamo ridotta. E le ostriche sconfitte sono rimaste, stizzite, nello splendido isolamento del loro guscio.
La Filosofia della Natura, che si proponeva come Trattato morale destinato alla Specie Umana, fu abbastanza letto, alla fine del Settecento. Tuttavia risulta ancora inesplorato il contributo che il dialogo tra Newton e l’Ostrica ha offerto a quella fortunata teoria che il secolo successivo a De Sales chiamò: Evoluzione delle Specie. Ma è indubbio che questa branca della Storia Naturale è sempre stata avida, anch’essa, d’Anelli Mancanti – indispensabili per il suo definitivo trionfo sui creazionisti.