V- “Alla corte di Cesare” – narrò Pontano (Gregorio Brueck) a Lutero – “c’erano due nobili, nemici acerrimi tra loro, ed uno aveva giurato di sgozzare l’altro se lo avesse incontrato. Una notte Satana ne uccise uno con la spada dell’altro e poi rimise la spada nel fodero vicino al letto, e mentre accadeva questo, l’altro dormiva e faceva un sogno terribile credendo di aver ucciso l’avversario; e così pure il suo cavallo stava nella stalla sudato e molto inquieto come se fosse stato fatto correre. Di primo mattino l’altro nobile fu trovato nel letto con la testa mozzata e così il sospetto di molti, a causa dell’inimicizia, si appuntò sul primo ed inoltre trovarono la sua spada insanguinata e tuttavia non era stato lui ad ucciderlo, ma Satana. Quel nobile fu incarcerato e condannato a morte”.
Il racconto sembra terminare qui, ma l’apparenza inganna. Le prove (sangue, cavallo, odio dichiarato, pubbliche minacce) inchiodavano il presunto sognatore; se non fossero state sufficienti, qualsiasi alibi non l’avrebbe certo scagionato dall’accusa di stregoneria. Era evidente che Satana aveva ucciso, in sua vece, per un patto maligno e scellerato – e cioè che lui, se non l’esecutore, era almeno il mandante del delitto.
Invece la Giustizia, per un eccesso di clemenza, o perché di classe, decretò sì la condanna a morte del nobile, ma la mitigò trasformandola in “morte civile”.
Unica severità, fu quest’avvertenza, aggiunta nel verdetto della Corte: “quando lo si portava sulla piazza dell’esecuzione, si doveva gettare via la terra su cui posava la sua Ombra e si doveva bandirlo dalla regione”.
Giudizio memorabile: credo sia raro imbattersi, in una sentenza che decreta l’esecuzione, o rimozione armata, d’un’Ombra colpevole.
Addirittura più colpevole del suo portatore.
VI- “Dio ha fatto l’uomo simile all’Ombra” – così rilegge Montaigne l’Ecclesiaste –: “e chi giudicherà di essa quando, allontanatasi la luce, sarà svanita?”.
Risposta (o Combinatoria) delle più facili: giudicherà l’Ombra stessa.
Apprendiamo infatti da Luciano di Samosata, che nel Giudizio che ci attende post-mortem – a discarico, o a sfavore –, deporranno le nostre compagne più neglette in vita, quasi invisibili, sempre ignorate: “Sai le Ombre che i corpi gettano al sole? […] Ebbene quelle, poiché siamo morti, sono gli accusatori, i testimoni, le prove di ciò che abbiamo fatto in vita; e ad alcune di esse si dà piena fede, perché sono sempre con noi e non abbandonano mai i corpi”.
Nel Giorno del nostro Giudizio Singolare, particolarmente dettagliato e cavilloso, verremo quindi sbugiardati e accusati da un nostro Doppio, così informato su di noi, così vendicativo, così spia e vigliacco, come l’Ombra. Che evidentemente è riuscita a seguirci persino dentro il letto, al buio. Essa ha goduto di nascosto dei nostri stessi peccati, sia pure, in effigie, e ora, quando più ne abbiamo bisogno, questo Giuda oscuro ci tradisce e si dissocia. Ma l’Ombra del Malfattore, dell’Assassino e del Bugiardo, non sono contaminate anche loro? Non hanno ucciso, derubato, calunniato altre Ombre? Perché dar loro credito?
VII- L’Ombra è talmente concreta che si cerca persino di farne mercimonio. Ne Gli Abderitani di Wieland, un mercante che esercita i suoi negozi in piazza vende un asino a un cavadenti, il quale, fatto l’acquisto, si riposa all’ombra dell’animale. A questo punto si rifà vivo il mercante, e pretende di essere pagato anche per l’ombra, che non aveva venduto. Pare che sia solo in apparenza una “storiella”, ma un fatto vero.
VIII- Se vogliamo cercare una diversa definizione di Ombra, sia pure in negativo, potremmo contentarci di questa, che è mia:
“Ombra é tutto ciò che non fa ombra, tutto ciò che non dà ombra“.
Ma non sono così sicuro che sia quella giusta. Una volta l’ho vista sdoppiarsi in uno specchio. Un’ Ombra al Quadrato.