Fake News (definizione):
Notizie “false e fuorvianti” divulgate artatamente sul Web o su altri canali di comunicazione allo scopo preciso di nuocere alla verità o di soddisfare le aspettative dell’opinione pubblica e dei “social” su un determinato argomento, senza verificare l’attendibilità delle fonti. Il Dizionario Treccani suggerisce di sostituire questa locuzione inglese con il termine “postverità”.
Si può essere uccisi dalla notizia della propria morte? Era questa una famosa battuta che Charlie Chaplin voleva inserire a tutti i costi in un film su Napoleone, che purtroppo non realizzò mai.
Napoleone fugge segretamente da Sant’Elena, torna in patria e si appresta a riprendere il potere con un colpo di stato, quando scopre che in Francia si è diffusa la “fake news” che lui è morto il 5 maggio. Allora, colpito da infarto, si accascia ululando: “La notizia della mia morte mi ha ucciso!”.
Le cose, però, non sono nemmeno comiche, ma tragiche, quando la notizia della propria morte non giunge neppure all’orecchio dell’interessato, il quale quindi non fa in tempo a smentirla, per il semplice fatto che l’ignora. Cosicché costui alla fine, in certi limitatissimi casi, risulta ugualmente “ucciso dalla notizia della sua morte”.
Si conosceva bene a Roma la clemenza di Vespasiano: pare che nessun innocente sia stato mai torturato o ucciso sotto il suo principato. Anche con i colpevoli, si comportava con giustizia. Una volta, avendo decretato la morte per Elvidio Prisco, che era un suo antico nemico personale e che l’aveva spesso ingiuriato, ci ripensò, e voleva inviare subito i suoi messaggeri a richiamare i boia che si avviavano verso la casa del condannato. Dice Svetonio che, a quel punto, “desiderava moltissimo salvarlo; ma ne fu trattenuto dalla falsa notizia che Elvidio si era tolta la vita”.
Evidentemente, qualche cortigiano ad arte aveva fatto circolare queste tendenziose “fake news”. I boia, senza che nessuno li fermasse, e – immagino – del tutto ignari del fatto che l’imperatore intendeva perdonare il condannato, eseguirono implacabilmente la sentenza.
Credo si possa legittimamente parlare in questo caso d’una Grazia volontariamente “deviata” (purloined, direbbe Edgar Allan Poe – come della sua “Lettera”), perché non giunga al suo destinatario.
[in copertina: Jerry Lewis in posa “napoleonica” per una pubblicità Consolidates]