I- Dalle Mille e una Notte, al Decameron di Boccaccio, e oltre, fino a Rigoletto di Victor Hugo e a Sem Benelli, la Burla, o “Beffa” fatta per sollazzo o derisione, o (come nel caso di Till Eulenspiegel) il “Tiro Mancino”, sono elementi narrativi sempre presenti, se non preponderanti, nel folclore e nella letteratura più radicata nei gusti popolari. Sono figure strettamente imparentate all’arte della Truffa, ma raramente chi le mette a segno ne ricava un guadagno materiale: oppure, detto in altro modo, non sempre il tornaconto ne è il movente principale. “The Berners Street hoax”, una Beffa che fece epoca e che passò alla storia – anche se oggi pochi la ricordano –, fu intrapresa per esempio per scommessa, e Theodore Hook, il geniale umorista che l’escogitò, incassò, vincendola, solamente una ghinea. Eppure riuscì a raggirare con la sua “Bufala” una quantità inimmaginabile di persone ignare e a paralizzare per un’intera giornata la più grande metropoli d’Occidente, Londra.
I fatti risalgono al 27 novembre 1810, e andarono così, secondo il resoconto che ne fecero i quotidiani del mattino il giorno dopo, 28 novembre:
«Un Inganno dettato da uno spirito molto maligno è stato perpetrato ieri con grande successo nelle immediate adiacenze della casa della signora T. [Tottenham], una ricca signora, che vive al numero 54 di Berners Street. La lussuosa abitazione è stata assediata dalle cinque del mattino, contemporaneamente, da dozzine di spazzacamini muniti di scopa, cocchieri di carrozze con cavalli, e da una compagine d’ogni genere di lavoratori e commercianti con le loro mercanzie. A causa della confusione generale, si era radunata una folla tale da rendere il quartiere impraticabile. Carri carichi di carbone proveniente dai moli di Paddington, rotoli di tappezzeria e masserizie a vagonate, organi, pianoforti, biancheria, torte nuziali, scrigni di gioielli e ogni altro genere di mobilio, erano alloggiati il più vicino possibile alla porta del n. 54. Negozianti, mercanti, e operai che prestano i loro servizi a noleggio, si accalcavano lì ansiosi di concludere i loro affari, e una folla ridente si assiepava nella strada per non perdersi nemmeno un minuto o un particolare della scena. Persino il Lord sindaco di Londra arrivò con la sua carrozza fin quasi all’ingresso della casa, ma il soggiorno di Sua Signoria fu breve e fu presto scortato al posto di polizia di Marlborough Street.
In quell’ufficio, Sua Signoria ha informato il magistrato di turno di aver ricevuto un messaggio che sembrava provenire dalla facoltosa signora T., nel quale ella affermava d’essere stata convocata a comparire davanti a lui, ma lamentava di non potersi muovere dalla sua stanza a causa di una malattia. Chiedeva dunque nel biglietto la cortesia al Sindaco, che fosse lui a farle visita.
Berners Street, e le strade limitrofe, erano sprofondate in quel momento nel caos più totale, e la ressa era fuori d’ogni controllo. Agli ufficiali di Marlborough Street fu immediatamente comandato di mantenere l’ordine, ma fu impossibile. La prima cosa che videro, arrivando, i poliziotti, furono sei uomini robusti che trasportavano un organo – un grandioso strumento musicale –, circondati da facchini, barbieri con parrucche, merciai con grandi scatole di nastri, modiste, cappellaie, ottici con i vari articoli del loro mestiere: e tale era la calca degli ingannati, che dopo quattro ore regnava ancora la confusione. Tutti gli agenti che potevano essere radunati furono arruolati per disperdere la moltitudine, e piazzati agli angoli di Berners Street, per impedire ai commercianti furibondi di avanzare verso la casa con le loro derrate. La strada però non fu sgombrata che a tarda ora, poiché servitori di ogni genere, in cerca di un posto di lavoro, cominciarono a giungere a frotte, già verso le cinque del pomeriggio. E con loro c’erano ostetrici, dentisti, acquarellisti, pittori di miniature e artisti di ogni genere che sbandieravano le loro opere o i loro strumenti. Intraprendenti impiegati delle pompe funebri riuscirono a farsi largo tra la folla e portarono una bara fin dentro la dimora della signora T. Il feretro era stato realizzato in legno nobile e “su misura” – cinque piedi virgola sei per sedici pollici – allo scopo d’accogliere le spoglie dell’ignara e viva e vegeta padrona di casa. Tutte queste indicazioni si trovavano in una lettera forbita, che l’impresario delle onoranze aveva ricevuto qualche giorno prima.
Si è poi scoperto che tutti quelli che si erano presentati al 54 di Berners Street, o che avevano cercato di arrivarci – maestranze, artisti, professionisti, cocchieri, carrettieri, commercianti – erano stati convocati a un’ora precisa da una serie di lettere e impegnative apparentemente firmate dalla signora T. o dai suoi segretari. A ognuno era stato promesso un buon salario, o un ottimo compenso, oppure garantito l’acquisto a prezzi invitanti delle proprie opere o mercanzie”.
Theodore Hook – scrittore, compositore, eccentrico conosciuto in tutta Londra per il suo humour irriverente, nonché autore di tutte quelle lettere per “burla”–, era stato il primo a arrivare nella strada e si godeva beato, come un coreografo , i movimenti della folla impazzita. Accanto a lui c’era il suo sodale, Samuel Beazley, egualmente divertito Hook aveva scommesso con questo suo amico che sarebbe riuscito a trasformare qualsiasi casa di Londra in un indirizzo del quale tutti avrebbero parlato, almeno per una settimana. Ci riuscì, e alla fine intascò la ghinea che costituiva la posta in palio di quel gioco.
I magistrati non trovarono un appiglio per condannare Hook ai lavori forzati. E era preferibile per le Autorità, sindaco compreso, che si spegnesse l’eco della loro dabbenaggine. Dopo essere opportunamente sparito dalla città per alcuni mesi, il turlupinatore tornò a Londra sfoggiando come al solito la sua enorme faccia tosta. E fu acclamato e festeggiato in molti circoli, come fosse un eroe.