“OR POSERAI PER SEMPRE,
STANCO MIO COR. PERÌ L’INGANNO ESTREMO,
CH’ETERNO IO MI CREDEI. PERÌ. BEN SENTO,
IN NOI DI CARI INGANNI,
NON CHE LA SPEME, IL DESIDERIO È SPENTO.
POSA PER SEMPRE. ASSAI
PALPITASTI. NON VAL COSA NESSUNA
I MOTI TUOI, NÈ DI SOSPIRI È DEGNA
LA TERRA. AMARO E NOIA
LA VITA, ALTRO MAI NULLA; E FANGO È IL MONDO.
T’ACQUETA OMAI. DISPERA
L’ULTIMA VOLTA. AL GENER NOSTRO IL FATO
NON DONÒ CHE IL MORIRE. OMAI DISPREZZA
TE, LA NATURA, IL BRUTTO
POTER CHE, ASCOSO, A COMUN DANNO IMPERA,
E L’INFINITA VANITÀ DEL TUTTO”.
“A se stesso”, di Giacomo Leopardi (29 giugno 1798 – 14 giugno 1837)
“SE MI FOSSE PROPOSTA DA UN LATO LA FORTUNA E LA FAMA DI CESARE O DI ALESSANDRO NETTA DA OGNI MACCHIA, DALL’ALTRO DI MORIR OGGI, E CHE DOVESSI SCEGLIERE, IO DIREI, MORIR OGGI, E NON VORREI TEMPO A RISOLVERMI”.
Giacomo Leopardi, Operette Morali