Leggendario fu il duello che oppose il celebre nano Jeffery (o Jeffry) Hudson, vissuto al tempo del re Carlo I, a un antagonista di statura normale.
Jeffery Hudson, immortalato da Walter Scott in Peveril del Picco, favorito della regina Enrichetta Maria, moglie di Carlo I, fino ai trent’anni non superò l’altezza di quarantacinque centimetri. Era tuttavia – a parere di Leslie Fiedler – un “uomo di singolare bellezza”, ed anche un gran seduttore.

con il nano sir Jeffrey Hudson
Si intrufolava. Nelle alcove, nei boudoir, nelle anticamere, era come l’Uomo invisibile di Chesterton. Nessun amante possessivo lo considerava, neppure lontanamente, un potenziale rivale. Questo giovane minuscolo, che era nelle grazie della regina (a lei fu “donato” infarcito in un pasticcio), si vantava di “far becchi gli uomini sposati senza renderli gelosi e far madri le fanciulle senza far sapere al mondo che avevano l’innamorato”.
Un giorno un certo Crofts, un gaglioffo, lo derise, insinuando che la sua fortuna con le donne era pura millanteria.
Il nano, il cui coraggio era universalmente noto, lo sfidò. Crofts, per offenderlo ulteriormente, si presentò sul luogo del duello armato con una pistola per bambini (altri dicono una siringa, o forse uno spruzzatore per le pulci). Jeffery – ristabilendo le misure, anche morali, con il contendente – lo affrontò a cavallo, e, ritto sulla sella, lo uccise con un infallibile colpo di pistola.

Purtroppo, oltrepassati i trent’anni, le attrattive di Hudson come “scherzo di natura” cessarono, perché prese a crescere, e raggiunse una statura – un metro e diciotto – poco confacente e poco dignitosa per un “Nano di Corte”. Jeffery confessò che, a renderlo più longilineo, erano stati gli “oltraggi” subiti quando i pirati della Costa dei Berberi l’avevano catturato, tenendolo prigioniero in attesa del riscatto. Fiedler lascia intendere che questi “oltraggi” fossero torture a sfondo sessuale.
[dalla Fantaenciclopedia]