I- Persino Angeli e diavoli giocano. Il diavolo, ad esempio, si balocca con noi. Siamo il suo trastullo, il suo “sport” prediletto.
Cesario di Heisterbach pensava che la peggiore tortura per un’anima, dopo la morte, fosse di venir “palleggiata” dai demoni. Nel suo Dialogo dei Miracoli, l’abate riporta la storia di uno studente, che dopo aver ceduto l’anima a Belzebù, muore, e si ritrova in un’orribile valle dove i diavoli, “con le mani fornite di unghie lunghe e aguzze giocano con essa come una palla [“ad similitudinem ludi pilae proiiciebant”] – facendola rimbalzare ora da una parte, ora dall’altra – e, “nel giocare, la feriscono gravemente. Dio ha pietà di lui e ordina ai demoni di smettere”. Lo studente ritorna in vita, si pente, si converte, si fa monaco e diventa abate di Morimond.
“Un altro santo”, racconta Evagrio, “che conduceva vita solitaria nel deserto e pregava coraggiosamente, fu assalito dai demoni che per due settimane giocarono con lui come una palla e lo dileggiarono lanciandolo in aria e riprendendolo su una stuoia. Ma non riuscirono nemmeno per un istante a flettere la sua intelligenza dalla sua orazione infiammata”. Non è chiaro, se volessero veramente distrarlo dal fervore delle opere pie; forse pensavano solo a divertire loro stessi. I diavoli, si sa, sono giocherelloni. Anche il “Dèmone del Gioco” rientra tra i loro ranghi.
Un trattato ebraico, I Principi del Rabbi Nathan, ci informa che “le anime degli empi errano per il mondo mormorando senza posa. A un’estremità del mondo c’è un angelo, e un altro all’estremità opposta: insieme essi lanciano tali anime avanti e indietro”. Questo movimento di battute e risposte fa pensare al palleggio lungo la linea di fondo di due giocatori di Tennis. Nessuno vince: l’anima viene sempre respinta, e le è impossibile cadere oltre la riga immaginaria sulla quale giostra l’angelo.
Altrimenti, chi fa da arbitro, in questo gioco macabro, per i punti contestati?
II- Anche il Tennis Pre-Colombiano – protagonisti in questo caso gli Uomini –, aveva un risvolto ultraterreno. Era un Rito Cosmico, ancestrale, rischiosissimo. Rispetto al brivido puramente ludico provato al di qua delle colonne d’Ercole, gli inventori dei giochi nel Nuovo Mondo erano ossessionati dalle conseguenze naturali delle loro prestazioni “sportive”, dei loro record.
Nell’America che non aveva ancora conosciuto la Conquista, in certe regioni gli Iniziati eseguivano con racchette e palle una cerimonia sacra: la parabola delle sfere lanciate in aria doveva combaciare con il corso degli astri nel cielo, che esse magicamente simboleggiavano. Nessuna goliardia, nessuna goffaggine era ammessa. “Se uno, maldestro, lasciava cadere o deviare la palla, causava catastrofi astronomiche: allora veniva ucciso, e gli si strappava il cuore”.
[dalla Fantaenciclopedia]
[in copertina: San Mansueto resuscita il figlio del Principe, annegato mentre giocava a tennis, di Jacques Callot]