Il 29 dicembre 1972, alle ore 10:00 A.M., Edward N. Lorenz – professore di Meteorologia a Cambridge – tenne una breve conferenza (quattro pagine) nell’ambito del 139esimo meeting dell’American Association for the Advancement of Science su questo argomento: “Predictability: does the flap of a Butterfly’s wings in Brazil set off a tornado in Texas?”. Pose in questo modo le basi della “Teoria dell’Effetto-Farfalla”.
Scrive d’Alembert nell’Enciclopedia (voce: “Fortuito”): “Poiché nella natura tutto è legato, gli avvenimenti dipendono gli uni dagli altri. La catena che li unisce è spesso invisibile, ma non per questo meno reale. […] Supponete che vi sia un avvenimento in più o in meno nel mondo, o anche un solo cambiamento nelle circostanze relative a un avvenimento: tutti gli altri risentirebbero di questa alterazione leggera, così come tutto un orologio risente della più piccola alterazione subita da una delle sue ruote”.
Edward Lorenz, meteorologo del MIT, diede un nome al più piccolo di questi “cambiamenti”, di portata inestimabile per il resto del creato, e ci costruì sopra una teoria suscettibile di matematizzazione: Butterfly Effect, in italiano, l’Effetto-Farfalla.
“Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?” si chiese lo scienziato in una conferenza tenuta nel 1972. La sua risposta fu positiva. Ci sono infatti macrosistemi complessi e potenzialmente caotici, come il clima, ad esempio, dove l’impercettibile ha un ruolo sconvolgente e sovrano.
Grazie alle intuizioni di Lorenz, esiste una consolidata “teoria delle catastrofi”, o “teoria del caos”, nell’ambito della quale si inserisce lo studio dell’ “Effetto-Farfalla”.
Rielaboro a modo mio questa spinosa tematica: “non si può abolire dal Reale neanche un grano di polvere, senza abolire tutto il Reale”; ergo, anche un mulinare d’ala d’insetto deve avere le sue conseguenze non circoscritte al suo striminzito ambito locale.
Questo è anche l’assunto di un rivelatore racconto di Ray Bradbury, “Rumore di Tuono” (1952), dove una farfalla, morendo accidentalmente calpestata da un crononauta durante un safari nel Passato, cambia tutto il Futuro.
In realtà, per modificare, distruggere, o rendere caotico l’Universo, non abbiamo bisogno del battito d’ali o del sacrificio di nessun lepidottero.
Edgar Allan Poe, ne Il potere delle parole, argomenta nel modo più convincente che persino il nostro modesto soffio di fiato, associato a una Parola, può spostare il mondo da una parte, o dall’altra.
Il Linguaggio, poi, opera in maniera talmente Fantastica, che basta una Parola scritta su un foglio – fragile e sottile come un’ala di farfalla – per generare una Rivoluzione.
[in copertina: Il Dio del Tuono, di Tsukioka Yoshitoshi]