“Il difetto delle Enciclopedie
è che soffrono d’appendicite”.
Ramòn Gòmez de la Serna
Dal 22 aprile 2023 ha esordito sulla rete un nuovo Sito:
“Adan Zzywwurath: Quotidiano della Fantaenciclopedia”.
Ora trasformato in “Periodico della Fantaenciclopedia”
Il sito è l’espressione d’una novità: la casa editrice “Ighelaion”, con annessa società di produzione cinematografica.
Il lettore, la lettrice, che sono giunti fino a questa pagina, forse già conoscono la Fantaenciclopedia, libro voluminoso in due volumi uscito alla fine del 2018 e da molto tempo “introvabile”.
Nell’epoca di internet, ci è sembrato colpevole e antiquato non mettere a disposizione degli appassionati di Fantastico il nostro “Dizionario di Racconti insoliti e curiosi” – in modo che i lettori possano sfruttare, sul web, la potenza dei motori di ricerca, per interpellare subito e solo le “voci” che a loro interessano al momento.
Da quando, circa 50 anni fa, è stata traghettata con fortuna nell’ambito della Cultura accademica, sul mercato editoriale si sono moltiplicati i testi e i manuali di Letteratura Fantastica. Dall’altro lato, su Internet, e nell’editoria più popolare, oggi proliferano opere e guide di Letteratura Prodigiale, dedicate ai Misteri e ai Segreti della Terra: Civiltà Aliene, Ufo, Templari, Angeli, Miracoli, fonti arcane d’Energia, Medioevi Fantasy dotati di conoscenze portentose. L’Immaginazione non ha mai avuto tanti cultori; e mai come oggi essi appaiono divisi.
La Fantaenciclopedia si è proposta, in un certo senso, come l’Anello Mancante tra questi due mondi contrapposti, uno colto e ristretto, l’altro capillare e nutrito di Controinformazione, che si guardano in cagnesco.
Pochi fanno attenzione ai “fatti” strani, meravigliosi, inesplicabili, che anche i grandi scrittori hanno evocato di sfuggita e che adesso restano “sepolti” nelle note dei loro maggiori romanzi o nei loro diari e frammenti letterari. Dostoevski, Melville, Hugo, per fare solo alcuni nomi. Con la nostra Enciclopedia abbiamo pensato fosse giunto il momento di riscattare Fatti noti e meno conosciuti, “note comprese”, dall’oblio del Margine, per riproporli in primo piano.
Il senso di questo “Quotidiano” non si esaurisce però solo nel proporre una versione on-line della Fantanciclopedia.
Il 90% dei testi che pubblichiamo sono inediti.
Vogliamo realizzare un “giornale” del Fantastico. Ci arriveremo, si spera, per gradi. Quando saremo pronti, registreremo il Quotidiano come Testata, a norma di Legge.
Ma già da adesso, con le nostre “Storie da Calendario” ancoreremo alla data corrente un fatto, un racconto, una riflessione che sfocino in qualche modo nel Fantastico, rivelando un modo “parallelo” e “differente” di apprendere e affrontare gli eventi della Realtà. Lo stesso scopo lo perseguirà la rubrica “Altre Dimensioni”: saggi d’applicazione di Logica antagonista del Buon Senso.
Con “Gli Italiani Impossibili” ci occuperemo di quei nostri connazionali che hanno segnato – come protagonisti o come testimoni – la Storia con la S maiuscola o l’Immaginario Collettivo, ma in modo segreto, spesso anonimo, oppure, quasi sempre, con pseudonimi che nascondevano la loro vera identità e provenienza. Per fare solo due esempi: gli otto italiani che combatterono a Little Big Horn, assistettero alla disfatta del colonnello Custer, e sopravvissero tutti. O Al-Mansur, liberatore della Cecenia, riformatore del Corano, che – è stato detto – era in realtà un religioso, cattolico, piemontese.
Non è, quello che leggete, altro che un inizio, un esperimento.
Molte delle voci del Quotidiano si basano, è vero, su testi, aneddoti, dottrine che risalgono ai secoli passati. Ma non c’è una volontà precisa di escludere il presente, quanto piuttosto di fondarne la comprensione su elementi “classici”.
Scoprire “l’elemento fantastico” nella nostra vita di tutti i giorni, è una sfida che ci attira. Dobbiamo però, forse, aprire un tavolo di dialogo comune per intenderci su ciò che è “realmente” fantastico e ciò che non lo è.
Nella Fantaenciclopedia questo termine è stato usato anche in senso filosofico, utopico e morale. Come forza di opposizione al potere straripante, coercitivo, della Realtà quotidiana.
Paul Valery ha scritto: “la Realtà è ciò da cui non ci si può svegliare”. In modo “speculare”, contraddittorio e “utopico” si potrebbe dire del Fantastico: “il Fantastico è ciò che ci risveglia dalla Realtà”. Perciò non è giusto ricorrere, per definirlo, a termini abusati e ambigui, come “fuga” “disimpegno” o “evasione”. Terminologia giurassica. Il Fantastico è piuttosto una facoltà della nostra Ragione che ci aiuta a capire che la realtà può essere Altrimenti.
Abbiamo un sacrosanto bisogno di uscire, ogni tanto, dalla Realtà – questo brutto Sogno che chiamiamo talvolta Realtà. Non dico dovere, dico: bisogno. Ricostruirci altrove – raggirare, aggirare “il tragico quotidiano” (terminologia di Papini). Abbiamo il diritto e il bisogno ogni tanto di rigenerare la nostra esistenza con la Fantasia – credo sia, questo, un bisogno fisiologico, e credo che tutti cediamo a questo tipo di Fantasticheria. Non è uno stato morboso. Il Fantastico si nutre, e si produce, nel momento in cui la nostra Intelligenza, messa liberamente alla prova, dimentica di essere “la mente della Carne” per dirla con Coleridge, e si distacca dalla Carne, dalla Realtà e da tutto il millepiedismo coatto che la irrora e la confonde. Tutte le volte che, grazie a questo distacco, il genere umano maschile e femminile vuole imporre una nuova Regola alla Realtà, per migliorarla, per migliorare le condizioni proprie, dell’Uomo e del Pianeta, tutte le volte che il poeta, o l’artista, cercano di trovare una soluzione ai propri rovelli creativi, è a questa facoltà Fantastica che fanno appello. Alla Fantasia, non a ciò che già c’è. A una “Logica Altra e Diversa” con la quale affrontare e sperimentare le cose della vita. Tutte le volte che lo spirito, l’intelligenza, la mente degli Uomini e delle Donne hanno fatto segnare un progresso “reale”, o sono semplicemente sopravvissuti a una catastrofe, o sono riusciti a prevenirla, è a questa “logica Altra” che hanno attinto – mai, al “buonsenso”, mai ai dogmi, mai a quello che è codificato.
Senza la Fantasia non ci sarebbe Utopia.
Il Fantastico insegna: la Realtà va riconosciuta come tale; quindi, anche con i suoi limiti. Non va idolatrata, non va incensata. Non ci si inchina “davanti” alla Realtà: al massimo “sulla” Realtà, per studiarla meglio e più da vicino.
È questo il compito principale che si prefigge il nostro giornale Quotidiano: parlando, con mille esempi, della Realtà che ci circonda, o della Storia, suscitare lo “stupore” di lettori e di lettrici, schiudendo così l’uscio d’Altre Dimensioni.