Ho scritto nelle mie note biografiche che sono, o sono stato, sceneggiatore e soggettista di storie a “Fumetti”. Ciò non significa che ogni mio lavoro in questo campo sia stato pubblicato. Per esempio, il 5 ottobre 1973 inviai a Angela e Luciana Giussani, creatrici di Diabolik, un soggetto, che tornò presto indietro bollato con un cocente rifiuto. Le sorelle vergarono in rosso le loro bacchettate, allo scopo di difendere l’eroe che incarnava i loro sogni e desideri e che io avevo effettivamente bistrattato, trattandolo come un normale criminale.
Il nostro carteggio, forse, può essere ritenuto interessante ancora oggi dai lettori di quei “volumetti”, soprattutto là dove Angela e Luciana Giussani spiegano in poche righe la “Filosofia” di Diabolik, e mi rimbrottano dettagliatamente per alcune carenze nel racconto, che davo per scontato si potessero aggiustare in sede di sceneggiatura, e che invece furono prese per ingenuità.
Trascrivo qui di seguito il soggetto e le note (o sferzate, numerate) delle due leggendarie sorelle. Alla storia, ispirata dal recente e orribile Golpe cileno, contribuì con i suoi suggerimenti anche l’amico e militante Marco Bascetta.
Soggetto per Diabolik del 5 ottobre 1973 (senza titolo):
Diabolik spiega a Eva Kant il progetto di un colpo: dall’aeroporto di Clerville partirà a giorni un aereo prototipo in volo sperimentale; nell’occasione si troveranno a bordo importanti personalità, tra le quali un’alta autorità militare di un paese straniero. Considerato il valore enorme del prototipo e l’importanza dei passeggeri il piano di Diabolik consiste nel collocare un ordigno esplosivo comandato a distanza sull’aereo, per ottenere una forte somma di denaro con la minaccia di farlo saltare.
Il metodo per introdursi nel sorvegliatissimo aeroporto è quello di sostituirsi all’agente addetto ai controlli del rifornimento di carburante. Il compito di Eva sarebbe di trasmettere, durante il volo dell’aereo tra Clerville e l’aeroporto di X un nastro con la voce registrata di Diabolik che indichi le modalità del riscatto. Se queste non verranno rispettate Eva, dalla sua auto nascosta in un bosco, ha l’ordine di far saltare l’aereo, trascorsa mezz’ora dalla trasmissione del nastro. [nota Giussani n°1].
Diabolik sostituisce l’autobotte adibita al rifornimento di carburante del prototipo con una dotata di doppio fondo. Prende le sembianze dell’agente di scorta e sapendo che all’entrata della pista chiunque viene sottoposto a controlli accuratissimi si nasconde per eluderli nel doppio fondo dell’autobotte.
Superati i controlli, mentre l’aereo si rifornisce di carburante, Diabolik richiama l’attenzione dell’agente di scorta dal doppio fondo e quando questi si avvicina lo uccide prendendo il suo posto e nascondendone il corpo nell’autobotte. [nota Giussani n°2].
Approfittando del suo compito di ispezionare l’aereo egli colloca l’ordigno.
Mentre Diabolik si avvia per ritornare all’autobotte il capo del servizio di sicurezza di bordo, accortosi dell’improvvisa assenza di un agente, chiama Diabolik a sostituire il collega sull’aereo. Sotto gli occhi di numerosi agenti di polizia Diabolik, per non destare sospetti, è costretto a salire a bordo. L’aereo si alza in volo.
Diabolik, impossibilitato a comunicare con Eva, rischia di saltare insieme all’aereo. Inoltre ha l’ordine con un altro suo collega di non muoversi dalla porta della sala principale, all’interno della quale si trovano tecnici, funzionari e personalità del governo [nota Giussani n°3].
Ospite dell’aereo è anche il generale Martinez con le sue guardie del corpo. Martinez è un esponente di una giunta militare che governa dispoticamente un paese dell’America Latina, in viaggio diplomatico. Mentre il Ministro dei Trasporti sta parlando della sala, a un segnale del generale i suoi gorilla la inondano di gas venefico, dopo essersi protetti con le maschere antigas. Una volta eliminati gli occupanti della sala, I gorilla irrompono in quella attigua, disarmano l’agente e Diabolik, presi alla sprovvista, mentre uno di loro giunto nella cabina di pilotaggio, minaccia il pilota con la pistola, e gli ingiunge di non fermarsi all’aeroporto prestabilito, ma di continuare oltre la frontiera.
Il vero agente rimane ucciso durante la colluttazione. Mentre i gorilla si apprestano ad eliminare Diabolik, l’altoparlante trasmette la sua voce registrata [nota Giussani n°3bis].
Approfittando dello smarrimento provocato dal messaggio, Diabolik riesce ad accoltellare due dei gorilla e a nascondersi nel bagagliaio [nota Giussani n°4].
C’è ancora mezz’ora prima che l’aereo esploda.
Nel frattempo nel commissariato dell’aeroporto Ginko ascolta il messaggio di Diabolik. Tenta di mettersi in contatto con l’aereo, Ma non ci riesce. Il capo della polizia ordina di ispezionare l’aeroporto onde scoprire come Diabolik possa aver piazzato gli ordigni. Mentre si chiedono perplessi cosa sta avvenendo sull’aereo un agente li avverte della scoperta del cadavere nell’autobus. Un altro agente presente nella stanza testimonia di aver visto la guardia assassinata salire sull’aereo.
Mentre il capo della polizia ordina ai caccia militari di circondare il prototipo – e Ginko si domanda perplesso la ragione di una simile azione suicida da parte di Diabolik – i gorilla sull’aereo danno la caccia all’agente superstite.
Sfondata la porta del bagagliaio, i complici del generale scorgono la figura dell’agente e aprono il fuoco; ma quando si chinano sul corpo sul corpo riverso, scoprono che si tratta di un semplice fantoccio con la maschera di plastica [nota Giussani n°5].
Disorientati, vengono aggrediti alle spalle da Diabolik e uccisi.
L’aereo è circondato dai caccia dell’aviazione militare; il generale Martinez, preso dal panico, esce dalla cabina di pilotaggio. Scopre con raccapriccio la tragica fine dei suoi complici e prima che possa difendersi viene immobilizzato da Diabolik.
Sotto la minaccia del coltello, il generale spiega a Diabolik le ragioni del dirottamento: in anni di razzie e di soprusi ai danni del suo popolo oppresso, aveva accumulato un’immensa fortuna. Non volendo dividerla con gli altri generali della giunta, l’aveva trasformata in diamanti e alla prima occasione favorevole – un viaggio diplomatico – contava di sfuggire alla sorveglianza degli altri e di raggiungere un paese disposto ad accoglierlo [nota Giussani n°6].
Martinez in cambio della sua salvezza offre a Diabolik la metà dei diamanti, che ha con sé nella valigetta diplomatica. Diabolik concepisce il piano di eliminare il generale e di impadronirsi dei diamanti. mentre i caccia tentano di costringere l’aereo all’atterraggio.
Eva nascosta con la Jaguar nella Boscaglia, si appresta a far saltare l’aereo quando la radio annuncia la presenza di Diabolik a bordo. Diabolik tratta intanto via radio con la centrale di polizia l’incolumità del capo di stato e del prototipo contro la sua vita. Egli intende paracadutarsi minacciando in caso di una sua uccisione o cattura l’esplosione dell’aereo ad opera del suo complice.
Il capo della polizia gli dà la sua parola d’onore di far ritirare i caccia che scortano l’aereo.
Si getta col paracadute un uomo in calzamaglia [nota Giussani n°7] che stringe la borsa dei diamanti. Un caccia inverte la rotta, converge su di lui e lo mitraglia. È un ordine del capo della polizia che non ha voluto perdere l’occasione di uccidere Diabolik [nota Giussani n°8].
Euforico, prima di recarsi sul luogo dell’atterraggio del paracadute egli convoca una conferenza stampa in cui annuncia la morte di Diabolik. Intanto i caccia vengono fatti rientrare alla base e il prototipo atterra nell’aeroporto di X.
Un incendio scoppia sull’aereo, dal quale esce stento il pilota protetto dalla maschera antigas [nota Giussani n°9].
Eva disperata per la notizia della morte di Diabolik fa esplodere l’aereo. Nella radura sulla quale si è posato il corpo paracadutato giungono Ginko e il capo della polizia e con stupore si trovano di fronte al corpo del generale Martinez col costume di Diabolik. La borsa non contiene diamanti ma contiene documenti compromettenti che spiegano l’operato e le intenzioni del generale [nota Giussani n°10]. Ginko si precipita all’aeroporto di X, mentre la radio annuncia che Diabolik si trova ancora sull’aereo. L’aereo è ancora in fiamme quando Ginko giunge sulla pista.
Intanto nella boscaglia, prima ancora di potersi disperare per essere stata la causa della morte dell’amato, Eva viene sorpresa dalla sua apparizione.
Diabolik le spiega di essersi salvato provocando un incendio sull’aereo e, approfittando della confusione, di essersi allontanato con i diamanti del generale travestito da pilota.
Si tratta, l’ammetto, d’un soggetto assai primitivo, con qualche incongruenza aggiustabile, del quale non vado fiero: ma mai mi sarei aspettato di ricevere in tempi brevi la risposta piccata e spietata di Angela e Luciana Giussani. Trascrivo di seguito la loro “stroncatura”, sopraggiunta in caratteri rossi:
[1°] Diabolik non fa mai colpi con il ricatto. È un mezzo vile che non impegna il suo spirito d’avventura e il suo amore per il rischio.
[2°] Cosa vuol dire “Diabolik richiama l’attenzione dell’agente di scorta dal doppio fondo dell’autobotte?” Fa sberleffi? Bussa? e l’agente, vedendolo, si avvicina da solo?
[3°] È un volo sperimentale. A bordo ci saranno giornalisti, esponenti del governo di Clerville eccetera. Ma perché permettono a Martinez e gorilla di imbarcarsi? Perché salgono degli agenti? A guardia di che cosa?
[4°] In un aereo non si può passare dai posti passeggeri al bagagliaio.
[5°] Diabolik è salito sull’aereo contro la sua volontà. Non può quindi avere né fantocci, né tuta. [i fantocci si fabbricano anche con stracci, e nella mia ingenuità pensavo che Diabolik avesse sempre una tuta nera sotto gli abiti, al posto degli indumenti intimi!]
[6°] Martinez, esponente di una giunta militare non ha bisogno di dirottare un aereo per scappare con i soldi. Poteva benissimo presentarsi all’aeroporto del suo paese e chiedere un aereo militare.
[3°bis e 6°bis] Comunicazioni via Radio. Per due volte Diabolik si salva per caso. [e questo non è evidentemente concepibile per le sue creatrici]
[7°] Uomo con calzamaglia. Vale quanto detto al punto 5°.
[8°] Il capo della polizia è Ginko, ispettore integerrimo. Il ministro, già apparso in molti volumetti, è pure lui integerrimo. Nessuno dei due quindi da l’ordine di sparare a un uomo indifeso anche se questi è Diabolik.
[9°] La maschera antigas non è giustificata, dato che il pilota balza subito fuori dall’aereo (è Diabolik, è vero, ma gli altri non lo sanno).
[10°] Martinez viaggiava con delle autoaccuse?
La storia è cortissima (40 pagine di sceneggiatura).
Accettiamo anche congegni di fantasia, purché siano credibili. Ed è meglio che solo Diabolik li abbia (tipo laser non più grande di una biro). Per l’intreccio invece la fantasia è indispensabile.
Ispirarsi ai fatti di cronaca può essere valido, ma bisogna arricchirli di trovate.
[Le sorelle accludono alla loro risposta un soggetto scritto da loro:]
Per questa storia per esempio ci siamo ispirate alla tragedia delle Ande, evitando naturalmente i casi di cannibalismo.
Il soggetto (senza titolo) sul volo del prototipo risultò talmente massacrato da questa pignola risposta delle due creatrici di Diabolik che non mi provai più a scrivere altre storie con quel personaggio. D’altra parte, come autore, devo anche ammettere che Diabolik non è mai stato uno dei miei eroi preferiti dei fumetti, e che quello che mi aveva spinto a proporre la trama era un furore più che altro ideologico. Che non potevo introdurre nei fotoromanzi che all’epoca scrivevo per la testata “Giochi d’Amore”, pubblicata dall’editrice Italia di Roma.
Ho riesumato questa corrispondenza come testimonianza d’aver appreso la lezione e sia pure in ritardo umilmente ringrazio le sorelle Angela e Luciana – purtroppo, nel frattempo scomparse –, per avermela impartita.