Un racconto che si legge nel bellissimo libro illustrato di Adam Olearius, Voyages trés curieux et trés renommez faits en Moscovie, Tartarie et Perse: il Granduca Boris Godunov, tiranno di Mosca, tormentato dalla gotta, pubblicamente promette una ricompensa a chi gli somministrerà un rimedio sicuro. La moglie di un boiaro (o boiardo), irritata dalle continue vessazioni del marito, escogita allora questa astuzia per vendicarsi. Fa sapere al granduca che il suo sposo ha la cura adatta, ma si guarda bene dal proporla al sovrano, perché lo odia, e gode che soffra. Boris fa imprigionare il boiardo e lo fa torturare e flagellare. Nonostante quello protesti innocenza e ignoranza, gli si promette la morte, se non consegnerà il suo miracoloso elisir “specifico” per la gotta.
Pur di sottrarsi al supplizio, il poveretto ammette tutte le accuse e chiede quindici giorni di tempo per preparare il rimedio. Al termine, il boiardo tremante prepara un infuso d’erbe medicamentose, e lo versa nel bagno del granduca. Boris Godunov vi si immerge e… guarisce.
Ma non abbraccia chi l’ha miracolato. “Quindi”, gli rinfaccia, “è tutto vero, tu possedevi la ricetta per risanarmi, ma, come diceva tua moglie, non me l’hai data, per malizia, finché io non te l’ho estorta!”. E allora lo condanna di nuovo ad esser frustato a sangue, ancor peggio di prima.
La storia però è a lieto fine: Boris, venuto a sapere del raggiro, regalò scudi e servi al suo salvatore, a patto che non si vendicasse a sua volta sulla moglie.
Nella miracolosa e “vera” guarigione di Boris, mi sembra operi lo stesso meccanismo narrativo (in questo caso, letterario) del Sennin di Ryūnosuke Akutagawa, il racconto che apre l’Antologia della Letteratura Fantastica di Borges, Bioy Casares e Ocampo: un monaco, per raggiungere l’ultimo grado dell’Illuminazione e diventare Santone, viene assegnato a servire per vent’anni nella casa di due coniugi, che approfittano della situazione per trattarlo come uno schiavo. Alla scadenza, per liberarsi di lui, i due lo fanno salire su un ramo d’albero altissimo, e gli impongono di fare alcuni passi avanti, nel vuoto. Il monaco, invece di precipitare, si incammina su, nel cielo, accompagnato dallo stupore dei suoi sfruttatori. Altrettanto ignaro della coppia malvagia, doveva essere il bojaro, che aveva solo chiesto una dilazione ai suoi tormenti, e non aveva alcuna idea della pozione che stava preparando.
[dalla Fantaenciclopedia]