Plinio Secondo, che fu detto il Vecchio, era oggettivamente monoteista, ma pose nella Storia naturale (II, 27) alcuni limiti severi al suo e a qualsivoglia Iddio.
Montaigne, riassumendone le tesi, scrive: “è una non lieve consolazione per l’uomo vedere che Dio non può ogni cosa; poiché non può uccidersi quando lo vorrebbe, che è il maggior vantaggio che abbiamo nella nostra condizione; non può […] far sì che colui che ha vissuto non abbia vissuto; che colui che ha avuto degli onori non li abbia avuti; non avendo sul passato altro diritto che l’oblio. E […] non può fare che due volte dieci non siano venti”.
Per le sue meditate considerazioni teologiche, l’acuto, grave, severo, studioso romano si meritò da parte dell’ immenso francese l’epiteto di “antico beffeggiatore”, e fama di burlone. Tuttavia, la cosiddetta Sudditanza al Tempo, del Signore, merita qualche considerazione ulteriore.
Il trovatello Kaspar Hauser per Anselm von Feuerbach era il ritratto dell’innocenza, e aveva vissuto per i primi sedici anni della sua vita al di fuori di qualsiasi cognizione della Divinità. Tuttavia era un teologo naturale, spontaneo: per cui, “una volta che si parlava dell’onnipotenza di Dio, chiese se Dio, l’Onnipotente, fosse anche capace di far tornare indietro il tempo”. Kaspar verrà assassinato poco tempo dopo, e il suo è un quesito che credo sia frequente tra coloro che moriranno giovani, probabilmente un sintomo di quello che Goethe avrebbe chiamato “Entelechia”.
La risposta che ottenne quest’anima pura e disgraziata fu: non si può, nemmeno Dio può farlo. Neanche il Creatore, si opina – da Plinio in poi –, può mandare il Tempo all’indietro; né può impedire che quello che è già accaduto, sia successo. È questa, a ben vedere, l’obiezione più spinosa all’Onnipotenza del Padreterno.
Compaiono, nella Bibbia, alcuni miracoli dell’Altissimo che a tutta prima sembrano testimoniare il Suo potere sul Tempo. Ezechia, re di Giudea, che fu sovrano tra il 727 e il 698 avanti l’Era Volgare, implorò il Signore di concedergli altri quindici anni di Vita. Chiese e ottenne da Dio, come segno e come firma di questo patto tra loro, “che l’ombra sulla meridiana tornasse indietro di dieci gradi”. Altrettanto chiese Giosuè a Dio: fermare il Tempo per condurre i suoi alla vittoria. Ma in entrambi i casi, il Signore non agì veramente sul Tempo, giocò piuttosto col Sole, come fosse il suo Orologio da polso o da taschino.
A quanto sembra, Dio, che tutto può, non può abolire l’irreversibilità del Tempo. Per la sua (congetturale) Impotenza sul Passato, Dio non può “far sì”, lo dice Plinio, “che colui che ha vissuto non abbia vissuto”. Né può togliere al Morto la sua Morte. Può farlo rivivere, ma non è la stessa cosa. Il Signore non avrebbe sul passato “altro diritto che l’oblio”, conclude l’enciclopedico romano.
Padrone assoluto dello Spazio e del Tempo, Dio, se vuole, disintegra l’Universo intero, ma non può far sì che un bambino non abbia pianto per un soldatino rotto, una goccia di pioggia non sia caduta nella pozzanghera, o che il moscone che attraversa la tua stanza non abbia ronzato.
In ogni momento Iddio stravolge il Presente e quindi (anche se non necessariamente in quest’ordine), il Futuro: tuttavia, si dice, non può distruggere il Passato.
Ma: perché no? Chi ci assicura che, al contrario, non sia questa la sua principale occupazione? Forse siamo noi, creature del presente, che non ci avvediamo di questo titanico e divino travaglio: Egli continuamente rimuove le Cause, e lascia a noi gli Effetti.
Infatti, se Dio stesse cambiando in questo momento la Storia – a esempio, stesse facendo vincere, proprio adesso, Napoleone a Waterloo –, noi lo sapremmo?
E perché mai? Con che diritto?
Se Dio infine volesse “ritirare” la vita di qualcuno, facendo in modo che non abbia mai vissuto, di una cosa siamo certi: noi non ci accorgeremmo della sua mancanza. Perché è come se non fosse mai esistito. Quindi non abbiamo argomenti dirimenti per negare questa possibilità. Qualora ci fosse un Dio, e intervenisse sul Tempo, e sul Passato, noi ce ne avvedremmo solo se Lui volesse tenerci, generosamente, al corrente delle Sue mosse.
Nell’immortale film di Frank Capra, La vita è meravigliosa, avviene qualcosa di questo genere. Il protagonista, sull’orlo del suicidio, esprime un desiderio: vorrebbe non aver mai vissuto. Viene accontentato in modo naturale e convincente, non da Dio in persona, ma addirittura da un Angelo di seconda classe, uno senza le ali.
Il Tempo è (per dirla con Borges) un “Giardino di sentieri che si biforcano”. Tutti noi ne percorriamo solo una parte. Nell’infinito labirinto degli altri sentieri – diversi da quello che noi crediamo di aver percorso –, noi non ci siamo e non siamo mai esistiti. Oppure abbiamo avuto altri destini.
La Fisica quantistica ammette una tale possibilità: quella di un Multiverso costituito da Universi paralleli. In ognuno dei quali, non esiste nemmeno l’ombra del Tempo, almeno quello adombrato dalla Fisica classica.
I limiti dunque, di cui discettano i filosofi, non apparterrebbero al Dio, creatore e soprintendente del Multiverso, ma alla nostra Memoria, che – contrariamente al Ragionamento Fantastico – non registra mai quello che non accade, o non è mai accaduto nel nostro, limitato, Universo.
All’opposto di quel che crede Plinio, l’Onnipotente non esercita perciò nessun “diritto all’Oblio” sul Passato; mentre è più probabile che in infiniti casi imponga a noi di dimenticarlo.
È poi da considerare, come caso estremo che dimostri fino a che punto la nostra memoria possa essere fallace, la congettura “accademica” esposta in termini “scettici” da Lord Bertrand Russell in The Analysis of Mind, il quale – movendosi nel solco di quanto già aveva ipotizzato il geologo protestante Philip Henry Gosse –, giustamente ha scritto: «non vi è alcuna impossibilità logica nell’ipotesi che il Mondo sia venuto alla luce cinque minuti fa, esattamente come era allora, con una popolazione che “ricorda” un passato del tutto irreale».
Cioè sarebbe plausibile, in termini teorici, che uno degli Universi quantistici del Multiverso sia stato creato di bel nuovo mentre stiamo girando il cucchiaino in una tazzina di caffè, ma che quello neonato non sia solamente simile al nostro, ma proprio sia il nostro, e che noi lo abitiamo ignari e stupidi, perché tutta la Storia del Tempo trascorso è puro illusionismo col quale trastulliamo le nostre menti.
[dalla Fantaenciclopedia, voce “Dio”]