La conservazione dei Cadaveri si divide in: naturale, innaturale e artigiana. L’aneddotica su quest’ultima va ulteriormente distinta e classificata secondo le sostanze o gli strumenti adoperati. Accanto alle tecniche classiche (imbalsamazione, bitume, catrame, impagliatura) le cronache registrano l’uso costante di Distillati Alcolici.
Dopo la battaglia di Trafalgar, ad esempio, il corpo di Horatio Nelson (già privato a suo tempo d’un occhio e di un braccio) fu collocato in un barile pieno di brandy, e in quell’astuccio fu riportato in Inghilterra dove venne sepolto in pompa magna. Lo apprendiamo dal libro di sir William Beatty, Authentic Narrative of the Death of Lord Nelson, with the Circumstances Preceding, Attending, and Subsequent to, that Event, (1807), nel quale compare questa cronaca:
“…Il tracciato della palla di moschetto che aveva ucciso l’ammiraglio fu seguito con una sonda fino alla colonna vertebrale, ma in quel momento non fu possibile scoprire dove si fosse fermato il proiettile. A bordo non vi era alcunché per realizzare una bara: per accogliere la salma fu quindi scelta una botte detta leaguer, che era la più grande a disposizione, sulla nave. A Nelson vennero tagliati i capelli, dopo di che fu spogliato dei vestiti, tutti, tranne la camicia, e poi venne infilato in quel recipiente. La botte fu quindi riempita di brandy.
Fu il chirurgo che consigliò l’uso del brandy al posto del rum, uno spirito di cui a bordo si trovavano abbondantissime scorte. Ma la circostanza è degna di nota, perché in Inghilterra prevaleva tra tutti un’opinione errata secondo la quale il rum preserva un cadavere dalla decomposizione molto più a lungo e in modo migliore di qualsiasi altro alcol, e quindi, si diceva, avrebbe dovuto essere usato il rum in quella occasione: invece è esattamente il contrario, poiché ci sono diversi tipi di liquori preferibili al rum; [per] qualità antisettica, il brandy è superiore. Lo spirito di vino, tuttavia, è certamente di gran lunga il migliore, quando si riesce a procurarselo.
La sera, dopo che questo triste compito fu eseguito, la tempesta si scatenò con violenza da sud-ovest, e continuò quella notte e il giorno successivo senza attenuarsi mai. Durante questo tempo turbolento, una sentinella restò sempre a guardia del corpo di Lord Nelson, sul ponte centrale. Il recipiente, posto su un’estremità, poteva essere aperto sia dall’alto che dal basso; e questo perché, ritenendo che il brandy avrebbe avuto bisogno d’essere rinnovato frequentemente, si poteva far fuoriuscire il liquido dal basso, e introdurne una nuova quantità dall’apertura superiore: il tutto senza spostare la botte o arrecare il minimo disturbo alle spoglie.
Il 24, ci fu un’emissione di vapori dal corpo, tale che la sentinella si allarmò nel vedere la sommità della botte abbombarsi e poi schiudersi: si rivolse perciò agli ufficiali, che si trovarono nella necessità di rovesciare il barile in modo da dare all’aria la possibilità di scaricarsi. Successivamente non si verificò alcun incidente considerevole. Lo spirito fu spillato una volta e così anche la botte fu colmata di nuovo di brandy, prima dell’arrivo della nave Vittoria a Gibilterra (il 28 ottobre). Lì si procurarono finalmente gli spiriti distillati dal vino: e la botte, che sembrava semivuota a causa dell’assorbimento da parte del cadavere di una notevole quantità di acquavite, fu quindi riempita”.
Nel suo trattato Anatomia descrittiva, Hirtl ricorda che “Pietro il Grande comprò al Ruysch una raccolta di preparazioni anatomiche per 36.000 fiorini e la fece trasportare in Russia per dotarne un ospedale. Durante il viaggio, parte della raccolta andò perduta perché i marinai bevvero l’alcool in cui erano conservate le preparazioni e gettarono le preparazioni stesse. Anche attualmente la conservazione dei pezzi anatomici nell’alcool correrebbe serii pericoli se i soldati, adoperati come serventi negli ospedali militari, non vedessero che alla quantità di alcool necessario si mescola a bella posta una certa quantità di sublimato”.