I- La migliore e più esauriente definizione di “Levitazione” si trova nell’informato libro di Paolo Arrigo Orlandi Fenomeni fisici del Misticismo: “Il termine levitazione designa un fatto non spiegabile secondo le leggi della fisica, che avviene quando una persona, generalmente durante uno stato di estasi mistica, si solleva da terra e rimane sospesa in aria per un certo tempo, senza nessun intervento umano. Quando il sollevamento è piccolo si tratta di estasi ascensionale, se avviene a grande altezza lo si definisce volo estatico e quando il mistico si muove velocemente raso terra si parla di corsa estatica. Il riconoscimento del fenomeno è relativamente facile, poiché non è necessaria la presenza di esperti”.
San Francesco si sollevava spesso a tre braccia da terra e una volta – anche se non è certa la credibilità della fonte – fu visto innalzarsi fino alla cima di un faggio. Di san Domenico di Guzmàn (1170-1221) la biografa Augusta Teodora Drane racconta come si staccasse senza peso, dal suolo, durante il rapimento mistico. Anche sant’Ignazio di Loyola fu sovente sorpreso in palese violazione della Legge di Gravità.
Non c’è rapporto tra peso corporeo e levitazione. Non è fenomeno che riguardi solo i mistici o i santi più leggeri. Tommaso d’Aquino, pesava centotrenta chili, eppure, mentre era in preghiera nella sua cella, si sollevava facilmente da terra.
Certamente il più famoso dei Santi Levitanti è Giuseppe Maria Desa, detto san Giuseppe da Copertino. Leggendario divenne l’episodio che lo vide protagonista, a Assisi, nel 1645. Ne parla il suo biografo Angelo Pastrovicchi. Il Santo era stato invitato a raggiungere il Grande Ammiraglio di Castiglia e sua moglie, che volevano incontrarlo nella cappella del suo convento. Ma Giuseppe, “entrato appena in chiesa, ed alzati gli occhi ad una statua della concezione di Maria sopra l’Altare, lanciossi a volo ad abbracciarla ne’ piedi per distanza di dodici passi, sorpassando le teste di tutt’i circostanti; sopra de’ quali ripassò col solito strillo, dopo essere stato così alcun tempo in adorazione della Regina del Cielo; e subito alla sua cella tornò, lasciando attonito l’Ammiraglio, svenuta la Consorte, e tutti santamente atterriti, e compunti i concorsi in gran numero al corteggio di simili Personaggi”.
San Giuseppe da Copertino, incredibile dictu, è venerato negli Stati Uniti come santo patrono degli Aviatori.
II- Miracolo particolarissimo è la Levitazione. In effetti, da esso non derivano vantaggi reali per chi assiste o è bisognoso di appoggi materiali o guarigioni – ma invece, di norma, comporta svantaggi e intollerabili imbarazzi per chi ne è protagonista. I Santi che ne furono soggetti cercarono quasi sempre di dissimulare queste loro prodezze antigravitazionali, celandosi a ogni sguardo, per lo più, quando il fenomeno accadeva, o impedendo ad altri di divulgarlo – nel caso improvvido si fossero esibiti dinanzi ad occhi estranei.
Santa Teresa d’Avila ha dato testimonianza diretta della riluttanza, il terrore, la vergogna quasi, che ella provava aleggiando: “Confesso che, all’inizio, provai un grande timore, anzi grandissimo, per il fatto di veder sollevare così un corpo da terra, sebbene sia lo spirito a trascinarlo con sé e, purché non gli resista, lo fa con grande dolcezza, senza che si perda l’uso dei sensi, per lo meno io ero in tale stato che potevo capire di essere sollevata. Ciò rivela una così grande maestà di chi può operare queste cose, da far rizzare i capelli in testa”.
La lotta della Santa contro la Levitazione, era senza quartiere. Riferisce padre Bagnes: una volta, che – davanti una gran folla di fedeli – si era appena comunicata, il corpo la tradì e prese a muoversi da terra senza il suo consenso. Così che ella “s’attaccò ad una grata della Chiesa […]. Altre volte s’afferrava alle stuoie del coro, e le alzava in su, onde haveva avvertite le compagne, che quando sentissero cosa alcuna in questo genere in pubblico, le tirassero gagliardamente la veste, acciòche non fosse sentita”. Le levitazioni le durarono alcuni anni, finché il Signore esaudì le sue preghiere, e cessarono “questi forti, e penosi ratti”.
Altrettanto umile e schivo, pare fosse Francisco Suarez (1548-1617), grande teologo spagnolo. Sorpreso dal confratello Jerónimo da Silva mentre pregava nella sua cella, sollevato dal suolo per un’altezza di tre braccia e soffuso di splendore abbacinante, lo pregò con le lacrime agli occhi di non rivelare a nessuno la circostanza, finché fosse rimasto in vita.
Madre Maria di Agreda boccheggiava almeno due o tre ore in transverberazione, rimanendo coi piedi ben staccati dalla terra. Il vescovo Samaniego scrisse che il suo corpo in questi casi appariva leggerissimo, quasi avesse la consistenza di una piuma, tant’è che profittando del suo stato incosciente i secolari che la visitavano “facevano l’isperienza di moverla con un soffio”. Tuttavia la religiosa non amava affatto esibirsi di fronte a testimoni: ella seppe che le consorelle durante i suoi deliqui le scoprivano il velo che teneva sul viso, e ne fu grandemente vergognosa e contristata. Aprì il suo cuore a un prelato, confessandogli: “se la giustizia secolare mi avesse colta in gravi delitti, e mi mettesse sopra un asinello alla vergogna, non mi spiacerebbe tanto, come l’essere veduta, in quelli raccoglimenti, o elevazioni, che avevo”.
Va da sé che madre Maria di Gesù, badessa di Agreda, come racconta Orlandi, “faceva sforzi tali per resistere alla levitazione da vomitare sangue”.
[dalla Fantaenciclopedia]