“PIETRO ANTONIO DA VAL DI TARO HORTOLANO DI PROFESSIONE, ESSENDOGLI GUASTA CERTA HORTAIA DI NOTTE, ENTRÒ IN TANTO SPASIMO DI QUESTO, E IN TANTA RABBIA, CHE DIVORÒ CO’ DENTI UNA ZAPPA, UN BADILE, E UNA CASIUOLA DA LETAME NON POTENDO DISACERBAR L’EMPITO GRANDE, CHE FUORA DI RAGIONE IN TANTA INSANIA LO TRAHEA”.
Tomaso Garzoni, L’Ospidale de’ pazzi incurabili