“Quando Dioniso era tiranno, un Pitagorico, Finzia, aveva attentato alla sua vita. Condannato a morte, domandò a Dioniso di concedergli un po’ di tempo per mettere in ordine i suoi affari privati: diceva che un suo amico avrebbe garantito, con la vita, il suo ritorno.
Il tiranno non credeva che ci fosse un amico disposto ad andare in carcere per lui, ma Finzia fece chiamare un suo amico, di nome Damone, anche lui filosofo pitagorico; e questi senza indugio garantì con la sua vita il ritorno di Finzia […].
Verso l’ora stabilita tutto il popolo accorse per vedere se colui che aveva dato l’amico come garante avrebbe mantenuto la parola data. E già il momento s’avvicinava e tutti disperavano, quando proprio all’ultimo, mentre Danone veniva condotto al supplizio, e nessuno l’attendeva più, Finzia giunse di corsa. Mirabile giudicarono tutti quell’amicizia; e Dioniso graziò il condannato e chiese di essere accolto dai due come terzo amico”.
[racconto tratto da: I Pitagorici]
[in copertina: Gli Amici, di Giorgio De Chirico (c. 1950, collezione privata)]