Nel capolavoro averyano What’s Buzzin’ Buzzard?, realizzato in tempo di guerra (1943), tempo di tessere e di razionamento, il pubblico non può non identificarsi con la coppia di avvoltoi affamati che, nel deserto “dipinto da un nativo americano” in illo tempore, si arrabatta per raccattare anche il minimo bocconcino di carne. Dopo essersi lasciati sfuggire come idioti un appetitoso coniglietto, i due avvoltoi, fino a quel momento fraterni amici, improvvisamente si osservano e guatano con famelica brama: diventano “estremi soggetti desideranti”, e si abbandonano a reciproche fantasie cannibaliche. Ciascuno somiglia, per l’Altro, a un succulento manicaretto.
D’altra parte, questo è l’esito scontato della barbarie della guerra e Tex Avery, da artista, lo intuisce, lo esibisce: nel novembre del 1941 alcuni panetti di carne umana tritata furono posti in vendita ai mercati generali di Leningrado, stretta da un terribile assedio.
Una macabra eco accompagna così l’esclamazione dell’avvoltoio: “Cosa non darei per una bella bistecca con l’osso, che trasuda sugo!”
Spietatamente, sadicamente (perché anche il sadismo è inseparabile dall’arte di Tex), il cartoonist fa comparire allora a tutto-schermo la “foto” estremamente realistica di una vera bistecca alta tre dita e allietata da un generoso contorno. E poi schiaffeggia il pubblico con il cartello: “Avete tre minuti di tempo per sbavarci sopra!” (ossia, per l’acquolina in bocca).
Tempo di guerra, si diceva. Perciò alla fine del cartone, quando la vicenda ha già preso tutt’altri sentieri, e il coniglietto si è salvato invocando la Quaresima, l’immaginario Management della sala cinematografica interviene con un nuovo oltraggioso sberleffo: “Attenzione, a causa delle numerose richieste pervenuteci, vi mostriamo ancora… la Bistecca!!”
Seondo Tex Avery, Fred Quimby, il produttore di tutti i suoi “corti” alla M.G.M., odiava What’s Buzzin’ Buzzard?.”Ogni volta che lo vedeva, accidenti, gli veniva quasi da vomitare!”